Approvata la «manovra anti-crisi», ma sull’acquisto di capitale Itas (per Fugatti «del tutto casualmente») la maggioranza di spacca
In Consiglio provinciale scontro sulla apertura degli asili a luglio, e Savoi attacca i dipendenti pubblici: «Insegnanti e sanitari hanno potuto lavorare a differenza di altri, i soldi per il rinnovo contrattuale non ci sono»
L'OPERAZIONE Così la Provincia entra in Itas
L'INTRECCIO Fra Mediocredito e Itas, quale strategia?
LA DIFESA Spinelli: l'Alto Adige ha più Pil di noi
TRENTO. E’stato approvato nel tardo pomeriggio di ieri in Consiglio provinciale il disegno di legge 96 proposto dal presidente della Giunta Fugatti che reca misure urgenti per fronteggiare la crisi attuale. I voti favorevoli sono stati 21, quelli di astensione 11 e 2 i contrari (Marini del gruppo Misto e Degasperi di Onda Civica). Un provvedimento che contiene le misure anti-Covid e di «ripartenza». Nell’ultima giornata di discussione, molta carne al fuoco. Ed anche una polemica, con Alessandro Savoi (Lega) che ha letteralmente annunciato ai dipendenti pubblici (compresi gli «eroi» della sanità) che si possono scordare il rinnovo contrattuale e che devono ritenersi fortunati di aver sempre lavorato in questi mesi. Con Ugo Rossi che gli ha elegantemente ricordato che equivale a dar loro dei «parassiti».
Aspro dibattito anche sul discusso articolo 21 presentato dalla Giunta per autorizzare la spesa di 2,85 milioni di euro per rendere la Provincia socio sovventore di Itas. Una mossa aspramente criticata dalle minoranze ma anche da Fratelli d’Italia, gruppo della coalizione fugattiana. Il presidente Fugatti ha motivato la scelta Itas con l’opportunità di cogliere l’occasione che “casualmente” si è presentata di acquistate una parte di azioni della società che si sono liberate, allo scopo di fare sistema tra pubblico e privato che fin dall’inizio di questa grave fase di emergenza economica e sociale tutti auspicavano. Spiegazione che non ha convinto i tre consiglieri di Fratelli d’Italia perché secondo il capogruppo Cia questa iniziativa non ha le caratteristiche dell’urgenza assegnata al ddl. Inascoltata dalla Giunta anche la proposta di Ugo Rossi di cercare di capire e di trovare una maggiore condivisione di questa proposta facendola tornare in Commissione.
Battaglia anche sull’articolo 19 per la riduzione del numero massimo dei bambini per sezione nelle scuole dell’infanzia da 25 a 24, Paolo Zanella (Futura) ha ricordato che il Pnrr punta ad investire nel settore scuola anche riducendo il numero di alunni per classe. Zanella ha presentato un emendamento per ridurre a 20 anziché a 24 il numero massimo di alunni per classe. Quanto all’apertura delle materne anche a luglio, il consigliere ha chiesto se questo provvedimento prefigura una modifica strutturale del settore scuola.
Sara Ferrari (Pd) ha ricordato che la somma dei 1.200.000 euro stanziati per le aperture delle materne in luglio più i 400.000 euro per i buoni di servizio fa 1.600.000 euro. E ha chiesto se non sia possibile concludere un iter di confronto con le parti sociali per provare a condividere una soluzione che possa magari essere mista, che utilizzi insegnanti ed educatori del Terzo Settore nelle scuole dell’infanzia come luogo fisico in cui collaborare. Questa soluzione mostrerebbe meno rigidità.
Filippo Degasperi (Onda Civica) ha presentato un suo emendamento a questo articolo. A proposito dell’apertura delle scuole dell’infanzia in luglio, la modifica propone di ridurre percentualmente l’indennità di chi ha proposto un mese in più di lavoro per le insegnanti delle materne in modo da creare un fondo per questo personale. “Penso che i sostenitori di questa iniziativa sarebbero molto numerosi”.
L’assessore Bisesti, visto lo stato di agitazione proclamato per oggi dai sindacati, ha precisato che questa apertura a luglio dev’essere un’iniziativa promossa dal sistema, rivolta a tutti i bambini, che chiede uno sforzo straordinario al personale in un momento di emergenza per rispondere a quel che i cittadini chiedono. Vengono utilizzati entrambe i settori: il settore privato con i buoni di servizio che si possono utilizzare per i bambini dai 6 anni in su; e il settore pubblico. Vi sono state tantissime classi quarantenate quest’anno e per due settimane le scuole dell’infanzia sono rimaste chiuse. Si tratta allora di fornire questa opportunità aggiuntiva e crediamo che questa sia una politica che va incontro alle famiglie. Anche in questo caso tutti gli emendamenti delle minoranze sono stati respinti.
Sull’articolo 20 che proroga le graduatoria del personale della Provincia a tempo determinato, Degasperi ha ricordato che andrebbe prorogata anche la graduatoria che sta per scadere delle insegnanti delle scuole dell’infanzia risultate idonee al concorso. La domanda è: senza proroga dopo la scadenza della graduatoria queste insegnanti dovranno fare un altro concorso? Lavoratori, famiglie, insegnanti si vedranno azzerati i loro sforzi per superare quel concorso.
Zanella ha sollecitato il rinnovo dei contratti del pubblico impiego che dovrebbe essere già avvenuta ma per il quale la Giunta dice di non avere le risorse necessarie. A livello statale la contrattazione è ripartita e in provincia di Bolzano i contratti sono stati rinnovati. Il rischio del ritardo accumulato dal Trentino è che i dipendenti pubblici nella nostra provincia abbiano un trattamento peggiore di quelli degli altri territori. Gli investimenti del Recovery Fund vanno fatti anche nella pubblica amministrazione a partire dai rinnovi contrattuali. Giusto sostenere le imprese e i lavoratori privati, ma lo stesso va fatto con i lavoratori del settore pubblico.
Alessandro Savoi (Lega) ha segnalato che un dignitoso rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici della sanità e della scuola, comporta una spesa annua di 60 milioni. Ma «in questi mesi i lavoratori del pubblico hanno sempre ricevuto la busta paga e hanno potuto lavorare anche se da casa rispetto a tanti altri che non hanno avuto questa possibilità». Le risorse per questo rinnovo contrattuale – ha ribadito Savoi – oggi non ci sono ma si troveranno le risorse forse già nell’assestamento di luglio o nei prossimi mesi. «Con i 10 milioni all’anno chiesti dalle minoranza non si farebbe nulla».
Ugo Rossi (Misto), ha osservato che i dipendenti pubblici, pur non considerandoli dei parassiti, oggi abbiamo appreso che siccome hanno sempre preso lo stipendio a differenza di altri sfortunati in questo periodo, allora sarebbe giusto e doveroso dire che il contratto per loro non si fa. Se così è vuol dire che si ha una concezione del lavoro delle persone che contraddice l’affermazione che il Trentino ha la pubblica amministrazione migliore d’Italia. Dire a Roma che in Trentino non si vuol rinnovare il contratto, mette a rischio la nostra autonomia.
Alessandro Olivi (Pd), rivolto ai colleghi della maggioranza ha dichiarato: “Noi abbiamo votato a favore dell’articolo 6 di questo ddl e abbiamo contribuito a migliorarlo perché siamo convinti che agli operatrori economici vanno date risorse. Quindi se noi non ci vogliamo intestare la battaglia del pubblico, voi non intestatevi quella del privato”.
Luca Guglielmi (Fassa) ha assicurato che prossimamente questa sarà un tema prioritario di questa Giunta.
L’articolo è stato approvato con 12 voti di astensione e la bocciatura degli emendamenti delle minoranze.
Sull’articolo 21, oggetto dell’emendamento della Giunta sull’Itas Mutua il presidente Maurizio Fugatti si è scusato per l’assenza nelle ultime due giornate di Consiglio. Le partite sanitarie e finanziarie di cui si è occupato erano molto importanti e alle 16.30 Fugatti ha preannunciato di doversi di nuovo assentare per incontrare il Capo nazionale della protezione civile Curcio. Sul tema Itas ha invitato a non guardare l’iniziativa in modo ideologico. “Del tutto casualmente si sono liberate delle azioni del più importante istituto assicurativo della nostra provincia. In questo momento particolare il motto di fare squadra è opportuno e doveroso. La Giunta ha interpretato questa situazione casuale come un’opportunità di rapporto costruttivo tra pubblico e privato, del tutto scevro da interessi di parte. Dall’inizio di questa crisi si è parlato dell’esigenza di fare sinergie tra pubblico e privato. Questo non è un intervento invasivo ma per instaurare un rapporto di partnership in momento di crisi finanziaria ed economica. “Collaborazione – ha ribadito – doverosa”. Si tratta di un passo costruttivo per l’economia e dal punto di vista sociale. Perché sul sistema sociale il Trentino è all’avanguardia. In questo momento delicato il sistema trentino vuole e sa fare squadra. Questo è il significato della scelta della Giunta. Si è presentata l’occasione per farla. Dal momento che si è presentata non si capisce perché avremmo dovuto farcela scappare.
Claudio Cia (FdI) è andato giù duro. Ha detto di aver apprezzato il ddl che riguarda misure urgenti a sostegno dell’economia. Proprio per questa urgenza questo emendamento sull’Itas non si giustifica. «Il fatto poi che il presidente abbia spiegato che quest’iniziativa è avvenuta del tutto casualmente, rende ancor più inaccettabile, per Cia, questa modifica. Certo, l’intento è di dare una prospettiva migliore al Trentino, ma questa prospettiva vorremmo condividerla tutti. Essere maggioranza non vuol dire essere acefali. Per questo Ambrosi ieri ha posto il problema. Ed è questa la ragione della richiesta di FdI di ritirare questo emendamento non per porci contro ma per capire, per conoscere la ragione strategica di questa iniziativa. Se votassimo a favore ci sentiremmo complici di un utilizzo di risorse a favore di una società in salute anziché a chi ha bisogno urgente di aiuti. Se la Giunta non lo ritirerà – ha concluso – noi del gruppo di Fratelli d’Italia non voteremo questo emendamento».
Ugo Rossi (Misto) ha osservato che una partecipazione avrebbe avuto bisogno di un iter diverso per permettere al presidente di spiegarne meglio le motivazioni e cercare una maggiore condivisione. La legge 6 del ‘99 sull’economia già prevede la possibilità per la Provincia di entrare nel capitale di società private come questa e quindi una norma apposita come questa, secondo Rossi, non serviva: bastava un atto amministrativo della Giunta da sottoporre poi alla commissione consiliare competente.
Alessandro Olivi (Pd) ha sostenuto che su una scelta come questa servirebbe non una legge urgente per sostenere le categorie più vulnerabili, ma un confronto che permetta di capire dove si vuole andare come Provincia e sulla funzione strategica del fare sistema attraverso una partneship pubblico-privato. Ma ora i milioni destinati a Itas si potevano spendere a sostegno dei servizi di conciliazione di cui hanno bisogno le famiglie.
Alex Marini (5 Stelle) ha giudicato ragionevole la proposta di Rossi (“non si vede perché non si possa coinvolgere la II Commissione e inserire questa proposta nella programmazione dei rapporti della Provincia con i privati.
Alessio Manica (Pd) ha chiesto e ottenuto su questo emendamento di Fugatti il voto segreto che ha ottenuto con 8 favorevoli. L’emendamento 2 di Fugatti sull’ingresso nel capitale sociale e nel cda di Itas Mutua con 2,85 milioni di euro, interamente sostitutivo dell’articolo 21, è stato alla fine approvato con 17 voti a favore, 9 astenuti, 5 contrari e 3 non partecipanti al voto (Fratelli d’Italia).
A seguire il presidente Kaswalder ha chiesto se qualcuno voleva intervenire nella fase delle dichiarazioni di voto conclusive sul ddl ma nessuno ha approfittato della possibilità offerta. Messo allora in votazione il ddl 96 è stato approvato con 21 sì, 11 astensioni e 2 no (Marini dei 5 Stelle e Degasperi di Onda Civica).