Mediocredito, Itas Mutua e le strategie della giunta, Spinelli si difende dalle critiche: «Non facciamoci portare via l’assicurazione»
Dall’assessore competente una lunga analisi economica, che riguarda anche la differenza di Pil fra noi e Bolzano. E si ritrova contro l’alleato Fratelli d’Italia
TRENTO. Si è parlato anche in Consiglio Provinciale dell’intenzione della giunta di entrare nel capitale di Itas Mutua. Sono state le minoranze a sollecitare un confronto con toni anche duri («E' come essere in Unione Sovietica»), ma di traverso si è messo anche il centrodestra, con Fratelli d’Italia. La replica dell’assessore Spinelli: l’ingresso in Itas importante per la permanenza della Mutua in Trentino.
L’assessore ha risposto alle principali critiche, ed in particolare a quelle di Paolo Zanella di Futura sull’operazione Mediocredit: «le risorse appostate per questo istituto riguardano una operazione strategica che la Pat sta facendo in ambito bancario. Non vogliamo diventare banchieri – ha ribadito – ma trovare soggetti che siano partner per lo sviluppo della banca a favore del territorio. Abbiamo 22 milioni di euro in uscita per l’acquisto delle azioni, e la stessa cifra abbiamo messo in entrata perché venderemo le quote ad altri soggetti».
Poi una replica ad Ambrosi sul caso Itas, Spinelli ha spiegato che «noi con questo investimento vogliamo consolidare la prospettiva di permanenza in Trentino della Mutua, presenza a rischio anche in considerazione di posizioni mutevoli che possono emergere nel corso del tempo e sulle quali vorremmo avere un controllo diretto e costante. Per la Provincia è quindi strategico essere nel cda per avere informazioni di prima mano».
«Avevamo in Trentino due istituti di credito come Btb e Caritro – ha ricordato – e in poco tempo li abbiamo persi confondendo l’interesse locale con quello nazionale, confermando la scarsa lungimiranza di chi volle desertificare l’offerta creditizia spiccatamente locale e autonoma. Questo rischio di stava presentando anche per Mediocredito e temiamo che corra altrettanti rischi Itas, proprio per la reputazione e la considerazione di cui gode anche a livello nazionale».
«Poniamoci una domanda - ha proposto l’assessore: – Ritenete che la differenza in termini di sviluppo economico e di indice di Pil che ci distanzia dall’Alto Adige possa o non possa essere intimamente legata all’esistenza di un sistema creditizio locale a filiera corta e a conoscenza diretta dei valori in gioco al di là delle facili interpretazioni tese al familismo e all’approccio amicale? E lo stesso discorso si può replicare per il settore delle assicurazioni».
«Mediocredito – ha osservato Spinelli – resta una banca che lavora bene, ma la gestione era trentina solo all’apparenza perché il pacchetto delle azioni era controllato dall’Alto Adige. Il dente tra Raiffeisen e Ccb era talmente avvelenato che i due hanno costituito Crr Fin. Il grande tema delle banche territoriali è interpretato in modo che appare convincente dalla galassia Raiffeisen. Su questo Ccb deve ancora lavorare e dimostrare quella snellezza e attenzione territoriale necessaria alla nostra economia».