Mediocredito, Toscana si dimette, il Trentino perde anche il Collegio Sindacale (che ora è tutto sudtirolese)
La partita di Fugatti, che si intreccia con Itas Mutua , dove la Provincia vuole entrare come socio (ma Fratelli d’Italia si mette di mezzo)
LA DIFESA Spinelli e le strategia della giunta
TRENTO. «È un'operazione di sistema, di strategia» ha spiegato a l'Adige il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, motivando l'inserimento nella manovra anti Covid, in consiglio provinciale, di 2,85 milioni di risorse per partecipare al capitale di Itas Mutua. E per comprenderla occorre anche guardare a cosa sta succedendo in Mediocredito Trentino Alto Adige spa.
Gli ultimi sviluppi sono sorprendenti: dopo avere consegnato alla componente altoatesina, presente con i massimi rappresentanti del mondo delle Raiffeisen, la maggioranza del cda, Fugatti si ritrova con un collegio sindacale completamente altoatesino, perché a pochi giorni dalla sua elezione, si è dimesso il sindaco effettivo proposto dalla Provincia di Trento, Sergio Toscana.
Ma partiamo dall'investimento pubblico nella più antica mutua d'Italia, fondata nel 1821 nel Tirolo storico. Quello tra Itas Mutua e Provincia autonoma è un "matrimonio" che risponde all'interesse, si potrebbe dire alla mission, di entrambi i partner, in nome dello sviluppo e del radicamento territoriale. Non è un caso che il nuovo vertice di Itas Mutua a guida Giuseppe Consoli, abbia subito espresso soddisfazione per la scelta di piazza Dante: «È opportuno che le principali istituzioni della comunità facciano sistema e collaborino in modo costruttivo».
Come non è un caso che, nella recente assemblea, di Itas Mutua sia diventato vicepresidente vicario Alberto Pacher, ex sindaco di Trento ed ex presidente della Provincia autonoma di Trento. Anche fisicamente, è la testimonianza di quanto il gruppo presieduto da Consoli, che ha confermato amministratore delegato Alessandro Molinari, voglia caratterizzarsi come valore aggiunto per il suo primo territorio di riferimento.
Vista da piazza Dante, la collaborazione con Itas Mutua, apre però porte oltre i confini provinciali. Fugatti ha spiegato che la partecipazione in Itas Mutua «non è una cosa che abbiamo cercato, ma c'è un socio sovventore che esce, si è aperta questa opportunità».
La pattuglia dei soci sovventori in Itas Mutua ha quattro nomi. Per peso, i primi due sono tedeschi: VHV Allgemeine Versicherung AG (60 quote per 15,1 milioni di euro) e Hannover Rüch SE (40 quote, 10,3 milioni). Gli altri due sovventori sono italiani: Intesa Sanpaolo spa (11 quote, 2,8 milioni) e Banca popolare di Cividale, da poco trasformate in spa e società benefit (10 quote, per 2,5 milioni). La Provincia, dunque, subentrerà a Banca Intesa Sanpaolo. Le 11 quote daranno titolo per avere un rappresentante nel cda di Itas Mutua. Ma la presenza dei CiviBank non è affatto secondaria. Per la ragione nota: la banca di Cividale si era proposta, in accordo con Fugatti, per rilevare la quota di Veneto Banca in Mediocredito. Operazione stoppata dal credito cooperativo trentino e altoatesino, prima della loro spaccatura.
Dietro, c'è sempre il progetto di Fugatti di allargamento, anche societario oltre che operativo, di Mediocredito nel Nord Est. Accanto a CiviBank, in futuro, potrebbe rafforzare la sua presenza in Mediocredito anche Itas Mutua, oggi socia della banca con lo 0,196% del capitale. Tanto più che Itas Mutua e CiviBank hanno rapporti societari e di collaborazione operativa da tempo: se CiviBank è socio sovventore di Itas Mutua, quest'ultima è azionista della banca di Cividale con un pacchetto che a bilancio vale 1,34 milioni di euro. Il disegno di Fugatti è quindi chiaro.
Potenziare, su tanti fronti, la collaborazione con Itas Mutua, anche nella prospettiva del riassetto annunciato di Mediocredito, allargando la partecipazione del capitale a soggetti finanziari del territorio. Che, gira e rigira, sono sempre gli stessi, e tra loro incrociati: Isa spa, La Finanziaria Trentina (in rappresentanza degli imprenditori privati), Fondazione Caritro e, appunto, Itas Mutua. Ma è un disegno che, per ora, non può che restare su carta. Perché presuppone che, come dichiarato, il presidente altoatesino Arno Kompatscher mantenga l'impegno preso con Fugatti: cedere alla Provincia di Trento la futura quota (26,4%) della Provincia di Bolzano, che poi sarebbe messa sul mercato a favore dei citati operatori finanziari trentini e del Nord Est.
Fatto è che, oggi, nessuno è pronto a scommettere un euro che finirà così. Soprattutto dopo che il mondo delle Raiffeisen ha, con i numeri, il controllo di Mediocredito da cui è stata estromessa la "trentina" Cassa Centrale Banca.
Fugatti ha ceduto la maggioranza del cda, in cambio della presidenza. Ed ora si ritrova anche con un collegio sindacale per intero altoatesino. Il patto parasociale ha portato alla presidenza dell'organo di controllo Patrick Bergmeister, indicato dalla Provincia di Bolzano, e nell'assemblea del 26 aprile, come sindaci effettivi sono stati eletti Hildegard Oberleiter (per le Raiffeisen) e il commercialista Sergio Toscana per la Provincia di Trento. Ma anche i due supplenti sono altoatesini, Hubert Berger e Klaus Steckholzer. A sorpresa, per ragioni personali, e scusandosi per il disagio provocato, quattro giorni dopo la nomina, il commercialista di Andalo ha messo per iscritto le sue dimissioni.
Primo risultato: a norma di Codice civile, in caso di decadenza, subentra il supplente più anziano, in questo caso Steckholzer. Con un banca in mano altoatesina, con il mondo Raiffeisen che si è preso la rivincita dopo l'adesione di due Casse (Renon e San Martino in Passiria) a Cassa Centrale Banca e, soprattutto, ora più interessato e motivato a rilevare la quota della Provincia di Bolzano, i disegni di Fugatti rischiano di schiantarsi sul nascere. Nonostante una presidenza, quella di Rainer Masera, di alto livello.