Olimpiadi invernali, 30 milioni per Piné, e nel disegno di legge spunta una «semplificazione» della Via valevole anche fuori dai Giochi
In Consiglio Provinciale via libera alla proposta di Failoni, fra schermaglie con Fratelli d’Italia e il «nodo» non nominato della compatibilità di De Godenz nel Comitato
TRENTO. Poche ore prima il consigliere leghista Alessandro Savoi aveva affermato in aula che «il rinnovo del contratto di lavoro dei dipendenti pubblici costerebbe 60 milioni, e non li abbiamo». Ma in serata, nel Consiglio provinciale, via libera al disegno di legge dell’assessore Failoni per le Olimpiadi invernali 2026 in Trentino, con l’annuncio di 30 milioni per il palazzetto del ghiaccio di Piné (non si sa ancora quanto costerà e come sarà sostenibile il suo funzionamento futuro).
In discussione c’era il disegno di legge n. 90/XVI di Failoni, che alla fine è stato approvato con 25 sì e 7 astensioni, e che riguarda le Olimpiadi invernali 2026. «Una sfida inedita e importantissima - ha affermato l’assessore - che va affrontata subito: per questo va varato presto il coordinamento provinciale per le Olimpiadi, previsto dal disegno di legge, che sarà composto da massimo 7 componenti scelti tra gli esperti nell’organizzazione di grandi eventi e i rappresentanti di istituzioni pubbliche. Questo organismo, ha aggiunto l’assessore al turismo e allo sport, oltre ad essere l’interlocutore locale della Fondazione Milano – Cortina, avrà il compito di coordinare e monitorare gli investimenti e di raccordare i soggetti pubblici e privati coinvolti nell’organizzazione dell’evento. Alla Giunta spetta l’elaborazione di un piano per reclutare il personale necessario ad affrontare la sfida a cinque cerchi e l’individuazione della struttura Pat per il coordinamento degli interventi provinciali. Si inizia quindi, con questo ddl, l’avventura delle Olimpiadi che, ha ricordato Failoni, ormai non sono lontane e rappresentano una grande occasione per il rilancio del Trentino dopo il dramma del Covid. I tempi sono stretti - ha concluso Roberto Failoni - in tre mesi si dovrà mettere in campo la squadra e organizzare il lavoro”.
Poi la schermaglia, con qualche colpo di scena e ancora fialette al veleno fra Fratelli d’Italia e Lega.
Alex Marini (5 Stelle) ha presentato i suoi due ordini del giorno. Il primo riguardava il coinvolgimento delle organizzazioni che lavorano nella disabilità nel coordinamento anche perché assieme alle Olimpiadi si svolgono le paralimpiadi; con il secondo chiedeva, sentito il Forum per la pace e la Campana dei caduti, l’istituzione di un premio per l’atleta che si è distinto a favore della diffusione dei diritti civili e dell’ambiente.
Poi Pietro De Godenz (UpT), che è un po’ parte in causa: si parla di lui come componente del Comitato, vista la sua vasta esperienza di organizzatore di eventi sportivi, ma con la spada di Damocle dell’essere anche consigliere provinciale. Annunciando il suo sì al ddl, il fiemmese ha detto che il momento olimpico è uno dei più importanti per un territorio che lo ospita. «Non si è riusciti a inserire il nome del Trentino tra quel “Milano – Cortina”, ma non si può dimenticare che l’Italia ha ottenuto le olimpiadi anche grazie alla credibilità della nostra terra e dell’Alto Adige. Si deve partire subito perché il tempo passa velocemente e perché si deve qualificare l’offerta alberghiera e va creato un collegamento efficiente con il Catullo. La volontà dell’Università di partecipare al progetto è un ottimo segno, ha concluso, per ottenere un risultato di immagine che duri nel tempo».
Ugo Rossi (Azione), preannunciando il suo sì, ha affermato che ci si avvicina a questo evento con orgoglio. Compreso quello personale, «perché il primo atto delle Olimpiadi è del maggio 2018 e porta la mia firma. Una firma che venne a seguito di un ordine del giorno votato da tutta l’aula. La sfida olimpica si vincerà se gli investimenti saranno però compatibili con l’ambiente e sostenibili economicamente».
Infine, Rossi ha chiesto informazioni sulla struttura di Pinè, anche perché appare di tanto in tanto sulla stampa l’interessamento per le gare del ghiaccio di Milano e quindi c’è bisogno di chiarezza. Sempre sulla struttura di Pinè, «va fatta chiarezza anche sugli investimenti necessari per una località che vive sulla qualità suo ambiente. Rossi ha chiesto quali sono gli investimenti previsti (se 37 0 50 milioni) e se questo previsto centro sportivo potrà essere pensato anche per altre discipline oltre a quelle del ghiacci»o.
Gianluca Cavada (Lega) ha affermato che le Olimpiadi sono un’occasione per le strutture di Predazzo e Tesero e l’Ice ring di Pinè. «Una vittoria del Trentino che si basa anche sulle ottime esperienze delle edizioni dei mondiali di sci nordico di Fiemme. Si dovrà puntare, inoltre, su una mobilità alternativa, come l’elettrificazione della Valsugana, i bus ecologici e la digitalizzazione. Olimpiadi che, in più, daranno impulso ai progetti di Unitn per gli studi sulle scienze motorie. Una visione quindi ampia che va oltre i soli Giochi».
Alessio Manica (Pd) ha chiesto il perché di un emendamento della Giunta, inserito in un ddl sulle Olimpiadi e che riguarda la valutazione d’impatto ambientale.
Il presidente Maurizio Fugatti ha subito replicato su Pinè ed ha detto che nell’incontro di Verona nei giorni scorsi si è toccato questo tema. La posizione della Giunta è chiara: quanto è stato sottoscritto per le modalità di gestione dei Giochi per cambiare la destinazione di una disciplina ci deve essere l’accordo del territorio interessato. Su Baselga la Giunta, ha aggiunto Fugatti, ha messo 30 milioni di euro di cui 15 per la parte dell’impianto esistente e gli altri per quello al chiuso. Si stanno discutendo le modalità tecniche per un impianto il meno impattante impossibile anche sul piano finanziario. La richiesta di spostamento a Milano, che non viene dalla Lombardia, si basa sull’idea di costruire un impianto all’aperto (all’Arena Civica in centro a Milano, ndr) che c’è però già a Pinè. Failoni ha aggiunto che nel coordinamento, che deve avere un carattere tecnico e non politico, farà parte anche il Coni il quale dovrà dare spazio al mondo paralimpico.
Ma perché c’è dentro un emendamento sulla valutazione di Impatto Ambientale?
L’assessore Mario Tonina, rispondendo a Manica sull’emendamento sulla valutazione d’impatto ambientale, ha detto che «non ci sono dubbi sulla sua ammissibilità e ha ricordato che è necessario adeguare, alle riforme intervenute nel 2019, questa procedura per le opere pubbliche assoggettate alla valutazione. Lo Stato, ha continuato Tonina, ha previsto una norma simile nella legge olimpica per le regioni a statuto ordinari».
Manica ha replicato affermando che l’emendamento non appare ammissibile (di questo è convinto anche Rossi) e ha chiesto se queste modifiche della legge sulla Via impatteranno sulla su tutte le opere o solo su quelle di Milano - Cortina. Per ulteriori chiarimenti Sara Ferrari (Pd) ha chiesto una riunione dei capigruppo che è stata accordata dal presidente Kaswalder e nella quale Tonina ha chiarito che la modifica è necessaria anche per adeguare la Via alle norme di semplificazione previste dalla legge nazionale e che l’emendamento inserito nel ddl Failoni interessa tutte le opere che devono essere sottoposte a Via e non solo quelle olimpiche.
Chiusa la discussione generale si è passati ai due odg di Marini. Ambedue bocciati.
Paolo Zanella (Futura), all’articolo 4, ha presentato un emendamento, che è stato approvato, sulla sostenibilità delle infrastrutture olimpiche e il loro riutilizzo. Alessia Ambrosi (FdI) ha invece ricordato che con un emendamento di Fdl verrà riservato un posto nel coordinamento ad un rappresentante dei disabili. Infine, in cauda venenum: un emendamento di Claudio Cia, sempre di FdI, prevede che i componenti del coordinamento che rivestono le cariche di presidente della Regione, Provincia e di consigliere regionale o provinciale siano esclusi dal compenso previsto. E visto che l’unico caso possibile è quello di De Godenz, l’emendamento suona come l’ennesimo bastoncino fra le ruote che il partito della Meloni rifila al Carroccio fugattiano.