Condannato a risarcire il consigliere Marini per insulti, ma per Sgarbi tutto sospeso: deve decidere la Camera
La Corte d’Appello di Macerata sospende l’esecutività: sarà il Parlamento a decidere se le ingiurie del critico, in qualità di presidente del Mart, erano o meno inerenti all’attività di deputato
ANCONA. Con ordinanza depositata ieri, la Corte di Appello di Ancona ha accolto il ricorso di Vittorio Sgarbi e sospeso l'esecutività della condanna, inflitta al deputato e critico d'arte con sentenza del 6 aprile 2021 dal Tribunale di Macerata a risarcire con 2.000 euro il consigliere della Provincia autonoma di Trento Alex Marini.
Lo rende noto il legale di Sgarbi, avvocato Giampaolo Cicconi. "La Corte di Appello, oltre a sospendere l'efficacia esecutiva della sentenza - aggiunge -, ha anche sospeso il procedimento di appello, inviando gli atti alla Camera dei Deputati, la quale dovrà verificare se le dichiarazioni del deputato siano o meno coperte dalla insindacabilità prevista dall'art. 68, comma 1, della Costituzione".
Tra Sgarbi e Marini, consigliere di M5s, c'era stato uno scontro, perché al momento della nomina del critico d'arte a presidente del Martm l'esponente pentastellato aveva ricordato la condanna per assenteismo quando era funzionario alla Soprintendenza di Venezia. Sgarbi lo aveva insultato ed anche querelato.
Sgarbi già dopo la sentenza di primo grado di aprile (che lo condannava a risarcire con 15 mila euro), aveva attaccato pesanetemente i giudici: "Dispiace rovinare la festa al consigliere gaudente e alla magistratura solerte, ma, nella fretta del provvedimento esemplare, il giudice ha dimenticato un suo preciso dovere: il necessario rispetto dell’articolo 68 della Costituzione, che prevede la sospensione del procedimento civile e l'invio degli atti alla Camera dei Deputati per accertare l’eventuale insindacabilità delle opinioni espresse da un membro del Parlamento.
Preme sottolineare, altresì, che -per gli stessi fatti- Alex Marini ha proposto azione civile e penale nei miei confronti.
Dunque il Giudice civile maceratese -smentito dai suoi Colleghi dello stesso Tribunale, i quali, appunto per gli stessi fatti e prima di qualsiasi determinazione, hanno ritenuto opportuno sospendere il procedimento penale ed inviare gli atti alla Camera dei Deputati- si è arbitrariamente sostituito al Parlamento con un evidente abuso di funzioni".