Boom di operazioni finanziarie anomale (+19%), allarme infiltrazioni mafiose in regione
Allarmante rapporto dell’ Unità di informazione finanziaria, i detective antiriciclaggio della Banca d'Italia: in Trentino oltre 1000 aziende in sofferenza bancaria, e lì possono arrivare i contanti «sporchi»
TRENTO-BOLZANO. Nuovo record di segnalazioni di operazioni sospette (Sos) di riciclaggio di denaro sporco. Nel primo semestre di quest'anno, in Trentino, banche, operatori finanziari, professionisti, gestori di sale giochi hanno inviato 529 Sos, 84 in più dei primi sei mesi del 2020 pari ad un'impennata del 19%. Il balzo segue l'incremento del 2020, quando con 860 segnalazioni si è registrato un aumento del 17,5% rispetto all'anno precedente.
A Bolzano le Sos sono 560 in sei mesi. Per la prima volta vengono superate le mille segnalazioni in regione in un semestre: da gennaio a giugno sono 1.089.
Secondo la Cgia, l'Associazione artigiani di Mestre, pesano soprattutto le infiltrazioni criminali nel tessuto economico legale. Le mafie in doppiopetto approfittano delle difficoltà di piccole imprese del terziario e dei servizi che non riescono ad ottenere credito dal sistema bancario. Da noi sono un migliaio le aziende che hanno debiti in sofferenza con le banche, nonostante le misure di agevolazione del credito prese a Roma e a Trento.
Il rapporto sul primo semestre è stato appena pubblicato dall'Unità di informazione finanziaria, i detective antiriciclaggio della Banca d'Italia. A livello nazionale sono arrivate 70.157 segnalazioni, con un incremento del 32,5% rispetto al periodo corrispondente del 2020. Gli importi delle operazioni segnalate sfiorano i 44 miliardi di euro. Un aumento particolarmente rilevante si è registrato per le Sos inoltrate dai money transfer, che sono raddoppiate. N
ello stesso periodo l'Unità di informazione finanziaria ha analizzato e trasmesso agli organi investigativi 68.823 segnalazioni (+29,4%) e ha adottato 20 provvedimenti di sospensione di operazioni sospette per un valore di 14,3 milioni di euro.L'aumento delle segnalazioni di riciclaggio, sostiene l'ufficio studi della Cgia, potrebbe essere collegato al fatto che in questi ultimi anni gli impieghi bancari alle imprese, sofferenze escluse, hanno subito una diminuzione molto decisa e solo l'anno scorso, a seguito della pandemia, il governo ha messo in campo provvedimenti che hanno agevolato l'accesso al credito.
Tanti imprenditori, soprattutto piccoli, avendo ricevuto molti meno soldi dagli istituti di credito, possono essersi rivolti a coloro che potevano erogare del credito con una certa facilità.
Tra il marzo del 2011 e lo stesso mese di quest'anno, le aziende italiane hanno subito una stretta creditizia pari a circa 250 miliardi di euro (-22,4%), parzialmente attenuata dall'aumento dei crediti bancari di quasi 50 miliardi nell'ultimo anno a seguito delle misure a sostegno delle Pmi messe in campo dal governo Conte. In Trentino in dieci anni i prestiti bancari alle imprese sono passati da 13 a poco più di 12 miliardi di euro con un calo del 7%, contenuto grazie al recupero dell'anno scorso: +3% tra aprile 2020 e aprile 2021.Come ha denunciato la stessa Unità di informazione finanziaria alla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie nel gennaio scorso, le infiltrazioni delle organizzazioni criminali nel tessuto produttivo del Paese avvengono sempre più spesso attraverso il ricorso ad attività usurarie o estorsive nei confronti di attività che, rispetto ad altre, hanno risentito maggiormente della crisi pandemica, dall'immobiliare al turistico-alberghiero, dalla ristorazione ai trasporti.
In Trentino a marzo sono 1.013 le aziende che presentano crediti in sofferenza verso le banche, senza contare quelle in difficoltà con le società finanziarie. Nel 2020, ricorda la Cgia, le denunce pervenute alle forze dell'ordine per reati contro il patrimonio sono diminuite in misura significativa, con l'eccezione delle truffe e frodi informatiche, aumentate del 14,4%, e, appunto, dell'usura, cresciuta del 16,2%.