Immigrazione, condannato l'ex sindaco di Riace Mimmo Lucano: molte critiche alla sentenza
Arci, Pd, Anpi, radicali e altri sollevano dubbi sulla decisione dei giudici di primo grado di Locri che hanno comminato una pena di 13 anni e due mesi, quasi il doppio di quanto richiesto dall'accusa per l'ex primo cittadino che aveva indicato un modello di accoglienza attiva e inclusiva degli stranieri ma poi è finito sotto processo per presunti illeciti nella gestione delle attività istituzionali
LOCRI. L'ex sindaco di Riace, Domenico "Mimmo" Lucano, è stato condannato a 13 anni e due mesi di reclusione nel processo "Xenia", svoltosi a Locri, in Tribunale, sui presunti illeciti nella gestione dei migranti.
La sentenza condanna Lucano a quasi il doppio degli anni di reclusione che erano stati chiesti dalla pubblica accusa (7 anni e 11 mesi).
Lucano, che da sindaco aveva creato a Riace un sistema inclusivo di accoglienza da molti ritenuto un modello positivo, era imputato di associazione per delinquere, abuso d'ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d'asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
La sentenza è stata letta dal presidente del Tribunale di Locri, Fulvio Accurso, dopo una camera di consiglio che si è protratta per quattro giorni.
L'inchiesta sull'ex sindaco di Riace è stata condotta dalla Procura della Repubblica di Locri, con indagini delegate alla guardia di finanza.
Nell'ottobre del 2018 Lucano fu anche posto agli arresti domiciliari dalle fiamme gialle con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e dopo il periodo di detenzione fu applicato nei suoi confronti il divieto di dimora a Riace, poi revocato dal Tribunale di Locri nel settembre del 2019.
"Questa é una vicenda inaudita. Sarò macchiato per sempre per colpe che non ho commesso. Mi aspettavo un'assoluzione", ha detto Lucano a commento della decisione dei giudici.
"Grazie, comunque, lo stesso - ha aggiunto - ai miei avvocati per il lavoro che hanno svolto. Io, tra l'altro, non avrei avuto modo di pagare altri legali, non avendo disponibilità economica".
"Una sentenza lunare e una condanna esorbitante che contrastano totalmente con le evidenze processuali", commentano degli avvocati Giuliano Pisapia, già sindaco di Milano, e Andrea Dacqua, difensori di Mimmo Lucano, dopo la condanna decisa dal Tribunale di Locri, che annunciano il ricorso in appello dopo la lettura delle motivazioni.
Lucano, in base alla sentenza, dovrà anche restituire 500mila euro riguardo i finanziamenti ricevuti dall'Unione europea e dal governo.
Molte e durissime le reazioni politiche critiche nei riguardi della sentenza.
"Io esprimo solidarietà e vicinanza a Mimmo Lucano; siamo esterrefatti dalla pesantezza della pena. Questa vicenda ha tante cose che vanno ancora capite, quindi esprimo vicinanza a Mimmo Lucano", ha detto il segretario del pd Enrico Letta a margine di un comizio nel quartiere romano di Primavalle.
Intervistato a "Porta a porta", in onda stasera su Raiuno, il segretario Pd ha aggiunto. "Credo che qui si dia un messaggio terribile, pesantissimo, un messaggio che io credo alla fine farà crescere la sfiducia nei confronti della magistratura, sono molto colpito. Quello che è successo è incredibile: il raddoppio rispetto a quanto chiesto dal pm, non so quante volte capita. Io sono esterrefatto per quanto accaduto, esprimo solidarietà e vicinanza".
Caustico Filippo Miraglia, responsabile Immigrazione dell'Arci: "Aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza che tuttavia consideriamo una sentenza vergognosa, l'ennesimo attacco al mondo della solidarietà e a chi promuove diritti contro il razzismo dilagante. Un aiuto alle destre xenofobe a pochi giorni dalle elezioni.
Oltre a esprimere solidarietà a Lucano - aggiunge - ci chiediamo come mai nel febbraio del 2019 la Cassazione ha annullato il divieto di dimora per Lucano perché non c'erano indizi di comportamenti fraudolenti; ci chiediamo anche come è possibile che per gli illeciti amministrativi sia il Tar calabrese che il Consiglio di stato abbiano ritenuto legittimo il comportamento di Lucano e adesso la sentenza del tribunale di Locri arriva a condannare Lucano per associazione a delinquere, accusa che non è stata riconosciuta a quelli di Mafia Capitale.
"Siamo sconvolti per la condanna di Mimmo Lucano, cui inviamo solidarietà e vicinanza. Un sindaco che per sensibilità personale e dovere costituzionale ha fatto dell'accoglienza e dell'integrazione la marca del suo impegno. Attendiamo com'è doveroso di leggere la sentenza. È però evidente che la condanna abnorme contraddice radicalmente la vicenda di un uomo che ha sempre aiutato gli ultimi e non si è mai arricchito", afferma, in una nota, il presidente dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia, Gianfranco Pagliarulo.
"Ribadendo la fiducia nella magistratura e sottolineando la presunzione d'innocenza fino alla sentenza definitiva - aggiunge Pagliarulo - l'Anpi tutta confida nei successivi gradi di giudizio ed in una positiva risoluzione di questa dolorosissima vicenda giudiziaria".
Per Riccardo Magi, presidente di Più Europa, "la condanna a 13 anni di detenzione pronunciata oggi contro l'ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, appare davvero sproporzionata".
"Ovviamente - prosegue - aspettiamo di leggere le motivazioni, ma si tratta di una condanna abnorme che sembrerebbe essere stata frutto di un clima in cui l'accoglienza e l'inclusione dei cittadini stranieri è stata e continua ad essere ossessivamente oggetto di strumentalizzazione politica.
Mi aspetto che ora finalmente la politica comprenda e ammetta che la Bossi-Fini è una legge criminale e criminogena.
La nostra proposta Ero Straniero è ferma da anni in commissione, il Parlamento è immobile", conclude Magi.
Interviene con una nota anche Luigi de Magistris, oggi candidato presidente in Calabria: "Per me Mimmo Lucano è un uomo giusto, un simbolo di umanità e di fratellanza universale.
Non si è mai girato dall'altra parte di fronte alla richiesta di vita di esseri umani diversi.
Conoscevo Riace prima di incontrare Lucano ed era un borgo desertificato. Con Lucano era divenuto un Paese ricco di energie, di economia circolare e di comunità viva.
Dopo Lucano, nuovamente abbandono e spopolamento.
Per me Lucano - aggiunge - è l'antitesi del crimine. Non è certo un cultore del diritto amministrativo. Avrà pure commesso delle irregolarità ed illegittimità, ma sono convinto che alla fine del suo calvario verrà assolto perché ha agito per il bene e mai per il male. Si deve avere fiducia nella magistratura e nella presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva. Certo, in una terra in cui pezzi significativi di politica e pezzi deviati delle istituzioni si sono mangiati tutto, tanto che mancano i diritti all'acqua, allo smaltimento dei rifiuti, alla depurazione, alla sanità pubblica e alla cura delle persone, al lavoro, alle infrastrutture materiali e digitali, alla mobilità, ai finanziamenti per lo sviluppo, alla cura delle fragilità e all'istruzione, con un'emigrazione giovanile impressionante, vedere che il problema di questa regione sul piano giudiziario è Mimmo Lucano fa male al cuore e alla testa. Ma la storia dell'umanità insegna che non sempre la giustizia coincide con la legalità.
Mimmo, non devi mollare - conclude de Magistris - perché sei un uomo buono e giusto e il popolo ti vuole bene".
Anche la ex presidente della Camera, Laura Boldrini, oggi deputata Pd, ha parole di conforto per l'ex sindaco: "Conosco Mimmo da anni e ho apprezzato il suo impegno nel fare di Riace un luogo di rinascita e accoglienza. A Mimmo Lucano esprimo la mia vicinanza per una condanna abnorme. Sono sicura che nei gradi successivi di giudizio emergerà la verità".
Elly Schlein, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, scrive: "Le sentenze si devono rispettare ma certamente colpisce la condanna abnorme a 13 anni a chi ha accolto, nel Paese in cui chi ha sparato a stranieri in strada o ha ordito Mafia Capitale ne ha presi meno. Spero che nei prossimi gradi di giudizio Mimmo riuscirà a far valere le sue ragioni, che sono sempre state quelle della solidarietà e dell'umanità. È già accaduto in Francia dove Cédric Herrou fu prima condannato per aver aiutato migranti in difficoltà e poi assolto per la prevalenza del principio di solidarietà. Forza Mimmo", conclude.
"La condanna di Mimmo Lucano, ancora più pesante di quanto richiesto dalla Procura della Repubblica, pone molti interrogativi e impone di attendere la lettura delle motivazioni e i successivi gradi di giudizio", afferma in una nota il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. "Va però respinto - aggiunge - ogni tentativo di utilizzare un giudizio non definitivo per colpire ancora una volta e con violenza la cultura del rispetto dei diritti umani, della solidarietà e dell'accoglienza che Mimmo Lucano ha cercato di praticare nella sua città".
"Se la sentenza d'appello del processo Trattativa Stato-mafia ci dice, pericolosamente, che le istituzioni possono trattare con Cosa nostra, anche a costo di mettere in pericolo il Paese e di causare altre stragi, perché il fatto costituisce reato solo per i mafiosi e non per gli uomini di Stato, la sentenza di primo grado del processo Lucano sembra dirci che un sindaco disgraziato di un piccolo paese del profondo Sud non può permettersi di aiutare chi ha bisogno di sopravvivere", afferma Antonio Ingroia, presidente di Azione Civile-Popolo per la Costituzione.
Il Partito radicale osserva: "Non abbiamo mai accettato l'idea che le sentenze non si commentano. Quindi non ci sottraiamo anche se, l'ammettiamo, non la conosciamo nel dettaglio. Da quel che si legge ci viene il dubbio che vi siano elementi per una condanna, ma è un dubbio; siamo però certi che la condanna sia comunque sproporzionata anche volendo prendere per buono quello che a nostro avviso non lo è. Ci dispiace per Mimmo Lucano ma questa è la giustizia italiana, 'la più grande e grave questione sociale di questo paese' che abbiamo iniziato ad aggredire con i 6 referendum per la giustizia giusta, unica proposta politica di riforma".
Da destra, invece, c'è chi rincara la dose contro Lucano, come la Lega: "La Calabria merita molto di più e di meglio di Mimmo Lucano e del 'pseudo paladino' a giorni alterni Luigi De Magistris. Le evidenze del sistema di business operato sulla pelle degli immigrati messo in piedi dall'ex sindaco di Riace sono inquietanti. Con che coraggio De Magistris non lo sconfessa? Per il bene della nostra regione davanti a questa brutta vicenda l'ex sindaco di Napoli dovrebbe chiedere a Lucano di ritirarsi dalla corsa", scrive il commissario del Carroccio in regione, Giacomo Francesco Saccomanno.