Terremoto a Gardaland, due dirigenti indagati per corruzione
Il direttore generale del Parco divertimenti e il direttore tecnico nei guai per un giro di fatture false scoperto dalla Guardia di finanza. I vertici del Gruppo: «Massima disponibilità nel collaborare con le autorità»
VERONA. Due dirigenti di Gardaland, il parco divertimenti di Castenuovo del Garda, risultano indagati nell'ambito di una inchiesta della Guardia di Finanza su un giro di fatture false e corruzione tra privati.
A finire nel mirino delle fiamme gialle sono il direttore generale del Parco, Danilo Santi, e il direttore tecnico Francesco Alessandro Giannotta.
L'inchiesta sarebbe partita da alcune denunce da parte di ditte che lavorano all'interno di Gardaland o per i Gardaland Resort. Un giro di corruzione che avrebbe portato anche all'emissione di false fatture per lavori o servizi effettuati nel parco.
Tra le ipotesi prese in considerazione dagli investigatori il fatto che i due manager possano aver fatto la “cresta” sugli appalti, chiedendo anche alle imprese di gonfiare le fatture o di emetterne di false. In alcuni casi avrebbero imposto anche il taglio degli stipendi orari dei lavoratori impiegati per poi trarne un vantaggio economico ai danni dell'azienda, di proprietà del gruppo Merlin Entertainments Limiteds, leader in Europa dei parchi divertimenti e secondo operatore al mondo per numero di visitatori.
Il team di Gardaland «è stato informato dalla Guardia di Finanza dell'esistenza di un'indagine che riguarda due dipendenti di Gardaland e alcuni fornitori esterni e collabora attivamente con le autorità e ha offerto massima disponibilità». È il commento della proprietà del parco di divertimenti di Castelnuovo del Garda alla notizia degli accertamenti della Guardia di Finanza su un giro di fatture false e corruzione tra privati che hanno portato la Procura a iscrivere nel registro degli indagati il direttore generale del Parco, Danilo Santi, e il direttore tecnico Francesco Alessandro Giannotta.
«Non possiamo rilasciare ulteriori commenti - conclude la nota - essendo l'indagine in corso».