Ucraina: l'Oms: attaccate diverse strutture sanitarie. Msf: "A Mariupol situazione tragica"
Il direttore dell'istituto Onu "SIamo di fronte a una violazione della neutralità del personale medico". La ong: "Città senza elettricità, acqua, riscaldamento e connessione per i telefoni"
ROMA. Si moltiplicano le segnalazioni di violazioni delle convenzioni internazionali nell'invasione russa all'Ucraina.
Otre ai numerosi attacchi contro obiettivi civili, che in diceci giorni hanno fatto diverse centinaia di vittime fra i cittadini inermi, ora arriva la denuncia di bombe contro ospedali.
L'Organizzazione mondiale della sanità ha confermato "diversi" attacchi a strutture sanitarie in Ucraina che hanno provocato morti e feriti.
"Attacchi contro strutture sanitarie o operatori sanitari violano la neutralità riconosciuta al personale medico e la legge umanitaria internazionale", ha sottolineato in un tweet il capo dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.
Testimonianze drammatiche arrivano dalla ong Medici senza frontiere: "La città di Mariupol è tra le aree al momento pesantemente colpite dalla guerra in Ucraina.
Diversi membri del nostro staff sono ancora nei rifugi in città con le loro famiglie".
L'organizzazione ha quindi diffuso una testimonianza sulla tragedia della grande città del sud del paese, dove ieri è fallito il tentativo di aprire un corridoio umanitario per l'evacuazione dei civili: "La situazione oggi è la stessa dei giorni scorsi. Questa notte i bombardamenti sono stati più intensi e ravvicinati. Ieri abbiamo raccolto neve e acqua piovana per avere un po’ di acqua. Abbiamo cercato di prendere l’acqua nei punti di distribuzione ma la coda era enorme.
Volevamo anche avere del pane ma non sono chiari gli orari e i luoghi di distribuzione.
Secondo alcuni racconti, diversi negozi di alimentari sono stati distrutti dai missili e i beni rimanenti sono stati presi dalle persone in disperato bisogno. Non c’è ancora elettricità, acqua, riscaldamento e la connessione per i telefoni cellulari. Nessuno ha ancora sentito parlare di evacuazione. Le farmacie hanno finito le medicine”.