La truffa milionaria sul bonus facciate: sequestri e denunce
La Guardia di Finanza di Perugia ha bloccato anche 20 milioni di euro in quote societarie
PERUGIA. Crediti per quasi nove milioni di euro ritenuti fittizi e relativi al cosiddetto "bonus facciate" sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Perugia. Stesso provvedimento è stato adottato per oltre 20 milioni di euro di quote societarie.
Le Fiamme Gialle hanno dato così esecuzione ad un provvedimento preventivo emesso dal gip su richiesta della Procura del capoluogo umbro nei confronti di quattro società che risulterebbero coinvolte in una frode relativa all'agevolazione fiscale introdotta dal Governo.
L'operazione trae origine dall'attività di analisi condotta dal Gruppo investigazione criminalità organizzata e volta ad individuare profili di rischio connessi all'utilizzo distorto delle diverse misure agevolative, sotto forma di crediti di imposta cedibili a terzi ed utilizzabili in compensazione per l'assolvimento di debiti tributari o monetizzabili presso banche ed altri intermediari finanziari.
In tale contesto - si spiega in una nota della Procura di Perugia -, è emersa, in particolare, la posizione di una società, operante nel settore della consulenza aziendale, con sede legale, fino alla seconda metà del 2020, a Spoleto e successivamente a Roma dove risulterebbe non operativa e con un unico dipendente, residente a Perugia, fino a dicembre 2021.
Secondo gli inquirenti la stessa, dopo articolate concatenazioni di cessioni da parte di imprese, risultate prive della benché minima struttura ed operatività aziendale, e di persone fisiche, gravate da precedenti penali e con limitate disponibilità reddituali, per lo più residenti in Campania, avrebbe acquisito la titolarità di crediti "artatamente creati", in parte, ancora presenti nel proprio cassetto fiscale ed, in parte, ceduti ad intermediari finanziari e, quindi, monetizzati (per poco più di un milione di euro).
Quelle che sono ritenute le evidenti incongruenze fiscali, economiche e finanziarie, tanto in capo ai soggetti che hanno generato i crediti quanto alla società cessionaria, nonché le presunte anomalie delle transazioni e dei dati inseriti nella piattaforma web di cessione dei crediti sono stati ritenuti "concreti e sufficienti" indizi dell'esistenza di uno strutturato meccanismo fraudolento.
Il gip, valutata la configurabilità delle ipotesi di reato di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e truffa, ha disposto il sequestro delle quote societarie e di crediti, attualmente presenti nel cassetto fiscale, pari a quasi nove milioni di euro.
La Procura perugina guidata da Raffaele Cantone sottolinea che "l'operazione testimonia il costante impegno profuso dall'Autorità giudiziaria e dalla guardia di finanza nel contrastare le frodi perpetrate a danno della corretta destinazione delle risorse pubbliche messe a disposizione della collettività per mitigare gli effetti negativi della pandemia e favorire la ripresa dei settori produttivi".