La Consulta: illegittima ogni norma che imponga ai figli il solo cognome del padre
La Corte Costituzionale annuncia la storica sentenza, i cui dettagli verranno resi noti a maggio: salvo accordi fra i due genitori, e vale per figli avuti nel matrimonio o anche fuori dal matrimonio. La coppia bolzanina che ha fatto causa: "Che emozione, è una vittoria per tutti"
ROMA. Sono illegittime tutte le norme che attribuiscono automaticamente il cognome del padre ai figli. Lo ha stabilito la Corte costituzionale.
E' "discriminatoria e lesiva dell'identità del figlio" la regola che attribuisce automaticamente il cognome del padre. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con una sentenza alla luce della quale la regola diventa che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell'ordine dai medesimi concordato, salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due.
In mancanza di accordo sull'ordine di attribuzione del cognome di entrambi i genitori, resta salvo l'intervento del giudice in conformità con quanto dispone l'ordinamento giuridico.
Riunita in camera di consiglio, la Consulta ha esaminato oggi le questioni di legittimità costituzionale sulle norme che regolano, nell'ordinamento italiano, l'attribuzione del cognome ai figli. In particolare, la Corte si è pronunciata sulla norma che non consente ai genitori, di comune accordo, di attribuire al figlio il solo cognome della madre e su quella che, in mancanza di accordo, impone il solo cognome del padre, anziché quello di entrambi i genitori.
La causa era originata dal ricorso di una famiglia di Bolzano. "Storico risultato! La pronuncia della Corte Costituzionale sul cognome del nato rappresenta una piccola rivoluzione. Da oggi i genitori potranno scegliere il cognome della madre o del padre o di entrambi e, in mancanza di accordo, il nato avrà il cognome di entrambi". Lo dichiarano gli avvocati Giampaolo Brienza e Domenico Pittella che hanno portato il caso davanti alla Corte Costituzionale.
"Una grande soddisfazione. La coppia che ha intrapreso questo complesso e faticoso iter giudiziario mi ha chiamato poco fa: sono commossi e consapevoli di avere scritto una pagina storica, loro ci hanno sempre creduto". E' quanto afferma all'ANSA l'avvocato Domenico Pittella, il legale, assieme al collega Giampaolo Brienza, della coppia dalla cui vicenda oggi è scaturita la decisione della Consulta che ha stabilito illegittime tutte le norme che attribuiscono automaticamente il cognome del padre ai figli.
In attesa del deposito della sentenza, l'Ufficio comunicazione e stampa della Corte costituzionale fa sapere che le norme censurate sono state dichiarate illegittime per contrasto con gli articoli 2, 3 e 117, primo comma, della Costituzione, quest'ultimo in relazione agli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.
Secondo la Corte nel solco del principio di eguaglianza e nell'interesse del figlio, entrambi i genitori devono poter condividere la scelta sul suo cognome, che costituisce elemento fondamentale dell'identità personale.
La Corte ha, dunque, dichiarato l'illegittimità costituzionale di tutte le norme che prevedono l'automatica attribuzione del cognome del padre, con riferimento ai figli nati nel matrimonio, fuori dal matrimonio e ai figli adottivi. È compito del legislatore regolare tutti gli aspetti connessi alla presente decisione. La sentenza sarà depositata nelle prossime settimane.