La strage di Bufalo: un altro diciottenne che coltiva simboli nazisti come il sole nero, fra armi in casa, videogiochi violenti e social
Il giovane Payton Gerdon, annoiato dalla vita, si è via via radicalizzato frequentando siti e chat di estrema destra, fino a descrivere se stesso come «suprematista», «fascista» e «antisemita». Dopo l'ennesimo atto di violenza, negli Usa torna la polemica sull'accesso alle armi ma coglie l'occasione per criticare il sostegno governativo al reggimento ultranazionalista ucraino Azov
ALLARME Altre due sparatorie dopo la strage del neonazista a Bufalo
NEW YORK. Chiuso in casa per il lockdown da Covid un Payton Gerdon «annoiato» ha passato ore sul Web e sui social. E il frutto della sua navigazione senza freni è stato l'assalto al supermercato Tops di Buffalo dove, a sangue freddo e con l'obiettivo dichiarato di difendere la razza bianca, ha ucciso 10 persone e ne ha ferite altre tre. Un attacco di «terrorismo interno», come lo ha definito il presidente Usa Joe Biden, che parla di «odio come macchia sull'anima dell'America».
Un massacro che riaprire il dibattito sulle armi e sulla necessità dei social media di sorvegliare i contenuti che viaggiano sulle loro piattaforme.
Ma che accende l'attenzione anche sull'Ucraina: il killer ha infatti usato nel suo manifesto il simbolo esoterico caro ai nazisti del «sole nero», simile a quello utilizzato in passato anche dai combattenti ucraini del reggimento ultranazionalista Azov.
Una somiglianza che scatena un infuocato dibattito sui social, fra chi accusa gli Stati Uniti di finanziare i suprematisti bianchi in Ucraina e chi invita a non leggere troppo e a strumentalizzare l'episodio in quanto il sole nero è un generico simbolo suprematista, usato da gruppi di mezzo mondo.
Online e sulle chat il ragazzo diciottenne si è radicalizzato divenendo un «suprematista», «fascista» e «antisemita», come si è descritto nel manifesto shock postato sul web. Un documento di 180 pagine in cui fa riferimento ad altri incidenti xenofobi: da Luca Traini per l'assalto di Macerata nel 2018 a Dylan Roof, il ragazzo che uccise sei afroamericani in una chiesa in South Carolina.
Il suo idolo e fonte di ispirazione all'azione è stato però Brenton Tarrant, il killer della Nuova Zelanda che ha ucciso 50 musulmani in due moschee. Le sue visioni estremiste si sono formate sulla chat 4Chan, la stessa che ha lanciato il movimento QAnon. È lì che si sono rafforzate le sue convinzioni sul pericolo dell'estinzione dei bianchi e che ha spostato teorie controverse quale quella del «Great Replacement», ovvero dei bianchi sostituiti dalle minoranze che, negli Usa, è declinata puntando il dito contro i democratici responsabili di importare volontariamente immigrati illegali nel paese per ottenere più voti e affermare la loro supremazia mettendo a rischio i bianchi.
Che Gerdon avesse visioni estremiste era chiaro anche ai suoi compagni di liceo: il ragazzo di comportava spesso in modo «strano». Durante una esercitazione in classe in cui si chiedeva agli studenti di creare un loro paese e scegliere la forma di governo, scelse un regime autocratico «stile Hitler», hanno raccontato.
Gli piacevano i «videogiochi, soprattutto quelli in cui si spara», aggiungono altri. Nel giugno del 2021 la sua scuola allertò la polizia per i suoi comportamenti e lo definì un «ragazzo problematico che diceva di voler fare una sparatoria alla cerimonia di diploma o successivamente». «I Gerdon sono una bella famiglia, la madre è molto attiva nella comunità», riferisce una vicina. Conklin è un piccola città di 5.000 abitanti, di cui il 95% bianchi, e definita da molti Trump-land, terra di Donald Trump.
Gerdon ha agito con un'arma d'assalto semiautomatica, un AR-15 acquistato legalmente. A chiedere una stretta è la speaker della Camera, Nancy Pelosi. «Basta violenza con le armi da fuoco», le fa eco il governatore di New York Kathy Hochul scagliandosi contro i social media «complici» per consentire ai discorsi di odio di circolare.