Brescia / Il caso

“L’abbiamo ammazzata noi”: confessano le figlie della vigilessa uccisa al confine con il Trentino

Dopo Mirto Milani, che è stato interrogato martedì, anche la fidanzata Silvia Zani e la sorella Paola. Confermati il movente economico e l'intenzione di appropriarsi del patrimonio immobiliare di Laura Ziliani, che era vedova

SORELLE Il silenzio dopo l'arresto
IL FERMO Laura Ziliani, tre arresti
INDAGINE Indagate le due figlie
IL CASO Trovato il cadavere

BRESCIA. Svolta nelle indagini sull'omicidio di Laura Ziliani, l'ex vigilessa uccisa nel Bresciano trovata morta l'8 agosto 2021, dopo che era svanita nel nulla 3 mesi prima. Dopo Mirto Milani, che è stato interrogato martedì, anche la fidanzata Silvia Zani e la sorella Paola, le figlie della donna uccisa hanno ammesso l'omicidio.

Le confessioni sono arrivate dopo gli interrogatorio. Confermati il movente economico e l'intenzione di appropriarsi del patrimonio immobiliare di Laura Ziliani, che era vedova.

I verbali sono stati secretati. La Procura di Venezia sta infatti indagando sui colleghi di Brescia per presunte fughe di notizie in merito proprio all'omicidio dopo la denuncia dell'avvocato dei tre indagati che sono stati arrestati il 24 settembre scorso e che, dopo la chiusura delle indagini, come loro diritto, hanno chiesto di essere interrogati.

Mirto Milani, in oltre 4 ore di faccia faccia con il pm, martedì scorso, non avrebbe scaricato le responsabilità sulle sorelle Zani ma avrebbe ammesso che ad agire sarebbero stati tutti e tre insieme.

Dalle indagini effettuate dopo l'arresto erano emersi elementi nuovi a carico di quello che gli inquirenti hanno definito "il trio criminale". Tra le novità una fossa trovata a pochi metri di distanza dal luogo del ritrovamento del cadavere di Laura Ziliani l'8 agosto scorso e che, secondo gli inquirenti, era stata scavata per contenere in un primo tempo il cadavere della donna.

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