Verso lo scioglimento delle Camere, l'ira di Draghi, la Lega stacca la spina, la Borsa in picchiata
Al termine di una giornata di fibrillazioni, dopo la sfiducia dei 5 Stelle, si va verso il voto su un emendamento di Casini, ma il partito di Salvini annuncia che non lo voterà. Ed anche un Draghi-bis è ormai ipotesi remota
FUGATTI "Da irresponsabili provocare una crisi di governo"
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ROMA. Dopo una giornata di tensioni, si va verso la crisi di Governo, con l’ipotesi di un Draghi-bis tramontata e le elezioni alle porte (in ottobre): "La mia sarà una replica breve: per primo ringrazio tutti coloro che hanno sostenuto l'operato del governo con lealtà e partecipazione.
Il secondo punto è un'osservazione a proposito di alcune parole che avrebbero messo addirittura in discussione la natura della nostra democrazia, come se non fosse parlamentare mentre lo è e io la rispetto e mi riconosco".
Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, in sede di replica al Senato
"Il sostegno che ho visto nel paese", "mi ha indotto a riproporre un patto di coalizione e sottoporlo a vostro voto, voi decidete. Niente richieste di pieni poteri".
"Chiedo che sia posta la fiducia sulla risoluzione presentata da senatore Casini". In seguito alla apposizione della questione di fiducia dal parte del governo alla risoluzione Casini, la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati ha sospeso la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo. Le dichiarazioni di voto sulla fiducia, che sarà votata solo sulla risoluzione presentatata da Pier Ferdinando Casini, avranno luogo a partire dalle 17.30 e a seguire si terrà il voto di fiducia sulla risoluzione che approva le comunicazioni del Presidente del Consiglio. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo del Senato. Ma è chiaro a questo punto che si va allo scioglimento delle Camere, e Draghi rimetterà l’incarico al Presidente della Repubblica Mattarella, dato che la Lega Salvini ha annunciato che non voterà il testo Casini, ma la sua mozione firmata da Calderoli.
La risoluzione di Casini
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella avrebbe avviato delle consultazioni telefoniche sentendo i leader della maggioranza per fare il punto della situazione dopo il dibattito parlamentare al Senato sulla fiducia. Tra le ipotesi, si ragiona sempre in ambienti parlamentari, anche quella delle condizioni per un Draghi bis. Sullo sfondo lo scioglimento delle Camere.
Si starebbe andando verso la conta in Aula con il voto sulle risoluzioni. Draghi potrebbe aspettare l'esito di questi voti prima di decidere il da farsi. E' quanto viene spiegato da fonti qualificate di governo.
Le richieste della Lega spingono giù la Borsa: spread Btp-Bund sopra i 204 punti base, scivola Piazza Affari che guarda alla crisi di governo.
La situazione è andata complicandosi dopo che il Centrodestra di governo ha chiesto a Mario Draghi di formare un nuovo governo "profondamente rinnovato", cioè con nuovi ministri, senza il Movimento Cinque stelle. La mossa anticipata dalla Lega in Aula è stata seguita - secondo quanto si legge in una nota congiunta - anche da Forza Italia. Si tratta di una richiesta dirompente che certamente mette in difficoltà il presidente del Consiglio che sta riflettendo sul da farsi. "I senatori del centrodestra di governo voteranno soltanto la propria risoluzione, che chiede un "patto" per un nuovo governo, profondamente rinnovato, guidato ancora da Mario Draghi e senza il Movimento 5 Stelle". Lo riferisce una nota delle forze di centrodestra che sostiene la maggioranza.
Ma non solo, la Lega attraverso le parole del capogruppo al Senato Massimiliano Romeo indica al premier anche la soluzione B, cioè rimanere in carica fino alla formazione di un nuovo governo dopo le elezioni. Ovviamente resta da vedere quali potrebbero essere le scelte del presidente della Repubblica.
Poco prima Mario Draghi, in un discorso di circa mezzora, aveva tirato dritto ed illustrato un secco programma di governo chiudendo il suo intervento - quasi non applaudito dai banchi della Lega e del M5s - con questo invito: "siamo qui perché lo hanno chiesto gli italiani. Partiti, siete pronti a ricostruire questo patto?".
"Il Senato accorda il sostegno all'azione di un governo profondamente rinnovato sia per le scelte politiche sia nella composizione". E' quanto chiede la Lega in una proposta di risoluzione firmata dai senatori Roberto Calderoli e dal capogruppo leghista al Senato Massimiliano Romeo, dopo le comunicazioni del premier Draghi in Aula.
Draghi ha ascoltato l'intervento di Romeo fissando il capogruppo della Lega tenendole braccia incrociate appoggiate al banco del governo. Man mano che il discorso di Romeo proseguiva, ha iniziato a prendere appunti. Terminato, Draghi ha prima parlato con il ministro Guerini, che sedeva alla sua sinistra. A quel punto si è alzato ed è uscito dall'Aula insieme allo stesso Guerini. Il presidente del Consiglio Mario è uscito dall'Aula dopo l'intervento del capogruppo della Lega Massimiliano Romeo e ha avuto un breve colloquio in un corridoio di Palazzo Madama con il ministro Dario Franceschini.
LA SFIDA DI DRAGHI AI PARTITI
Le sfide che l'Italia deve affrontare richiedono 'un governo forte e coeso'. Al Paese 'serve un nuovo patto di sviluppo concreto e sincero. Partiti, siete pronti a ricostruire questo patto? Siete pronti? Siamo qui in quest'Aula solo perchè gli italiani lo hanno chiesto. È una risposta che dovete dare non a me, ma a tutti gli italiani'. Mario Draghi conclude così il suo discorso al Senato. M5s e Lega non applaudono quest'ultima parte. Il presidente del Consiglio richiama le forze politiche alla responsabilità di portare a termine l'agenda di governo senza fare sconti e definisce 'tanto sofferte quanto dovute' le dimissioni, respinte dal capo dello Stato, presentate il 14 luglio per il venir meno del patto di fiducia nella maggioranza: 'L'unica strada, se vogliamo ancora restare assieme, è ricostruire daccapo questo patto, con coraggio, altruismo, credibilità'.