Il pullmino di un'associazione per i disabili finisce contro un tir sulla A4: sei vittime
Nel tamponamento sul "tratto maledetto" a San Donà di Piave hanno perso la vita cinque persone affette dalla sindrome di down e il volontario che le accompagnava, Massimo Pironi, 63 anni, ex sindaco di Riccione. Erano diretti verso i monti della Carnia per presentare un progetto sull'inclusione, è sopravvissuta allo schianto solo una giovane donna
VENEZIA. Sei morti. È l'ennesima strage avvenuta ieri, 7 ottobre, lungo quello che ormai viene definito il "tratto maledetto" dell'A4, a cavallo tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia. Una tragedia che ha suscitato profonda impressione e dolore.
La dinamica è in tutto simile alle svariate altre tragedie che hanno portato a ben 21 vittime nel corso del 2021 e ad altre 16 nei primi nove mesi di quest'anno: si formano rallentamenti per traffico intenso e per lavori, i mezzi pesanti si incolonnano o si fermano bruscamente lungo la carreggiata e dunque chi sopravviene li tampona, spesso ad alta velocità.
Questa volta l'esito è una carneficina. Perché a bordo del furgone dell'associazione Centro21, partito da Riccione nel primo pomeriggio, c'erano l'ex sindaco Massimo Pironi, di 63 anni, alla guida, infaticabile volontario del sodalizio, e sei passeggeri, tutti disabili.
Erano diretti in Carnia per illustrare alcuni progetti a tutela dei disabili e dei giovani affetti dalla sindrome di down. Poco prima delle 16, lo schianto. Si è salvata soltanto una giovane donna, anche lei disabile, estratta dopo un lunghissimo lavoro dei Vigili del fuoco di Mestre, San Donà di Piave e Motta di Livenza. L'abitacolo del furgone è stato letteralmente sventrato. La superstite era di fatto imprigionata in un piccolo vano in cui giacevano anche tutti gli altri passeggeri: quattro donne e un uomo, tutti affetti da disabilità, di età compresa tra i 30 e i 40 anni.
Il medico del Suem, giunto a bordo dell'elicottero, ha cercato disperatamente di trovare un flebile segnale di vita, ma non c'è stato nulla da fare: il decesso è avvenuto per tutti all'istante.
Al momento del violentissimo tamponamento erano segnalati rallentamenti - anche attraverso i pannelli a messaggio variabile e già da molti chilometri di distanza - a causa del traffico intenso tra Meolo - Roncade e il bivio A4/A28 (nodo di Portogruaro).
L'incidente è avvenuto nella corsia centrale dell'ultimo tratto caratterizzato da tre corsie, prima di addentrarsi nell'imbuto a due in cui, soprattutto il venerdì pomeriggio, il volume di traffico in direzione del confine di Stato è ormai insostenibile: l'autista del furgone, che sembra procedesse a velocità sostenuta, non si è avveduto del Tir fermo in coda. Il mezzo si è completamente accartocciato sotto il camion.
La scena che si è presentata agli automobilisti che hanno cercato di portare i primi soccorsi è stata straziante.
Per permettere alla Polizia stradale di rilevare la dinamica del sinistro e agli addetti di Autovie Venete di rimuovere i veicoli coinvolti, il tratto tra San Donà e Cessalto, in direzione Trieste, è rimasto chiuso per ore: in tarda serata le code erano lunghe oltre 11 chilometri e si sono verificati altri due incidenti, senza gravi conseguenze per i mezzi coinvolti, ma con un'auto che si è incendiata.
Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha commentato la tragedia come un "bollettino di guerra quotidiano" riferendosi alle tante vittime di quel tratto dell'A4. Il suo omologo dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, si è stretto "alle famiglie delle vittime", ricordando in particolare la figura impegnata di Pironi, "uomo sempre disponibile al servizio della sua terra e dei suoi concittadini".