Trovato il secondo covo di Matteo Messina Denaro: l’accesso nascosto da un armadio
Sono indagati anche due medici, l’oncologo che eseguì il test del dna per sottoporre il boss alla chemioterapia e il medico che lo aveva in cura. Il padrino è ora nel carcere dell’Aquila, dove si registra il più alto numero di detenuti al 41-bis
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PALERMO. Una scena da film, quella che si è palesata agli occhi delle forze dell’ordine: una stanza, nascosta dietro l’armadio, nascosta da un fondo scorrevole coperto dagli abiti, è stata trovata questa mattina, mercoledì 18 gennaio, durante le indagini che ruotano attorno al boss Matteo Messina Denaro, ora nel carcere di massima sicurezza a L’Aquila.
Non un letto né suppellettili, probabilmente Messina Denaro la utilizzava per conservare le cose a cui teneva. Magari quei gioielli, pietre preziose e argenteria trovati dagli investigatori e che dovranno essere sottoposti ad una perizia che ne accerti autenticità e valore.
La scoperta è avvenuta grazie a una segnalazione confidenziale a sole 48 ore dalla cattura dell'ex primula rossa di Cosa nostra. Un bunker a tutti gli effetti ricavato in un appartamento al piano terra di una palazzina di Campobello di Mazara, il paesino in cui ha trascorso almeno l'ultimo anno.
A meno di un chilometro dall'abitazione scelta dal boss di Castelvetrano per il suo ultimo soggiorno da latitante e acquistata da Andrea Bonafede, il geometra “presta-nome”, a giugno del 2022. Nel bunker c'erano delle scatole: alcune piene di carte - ora al vaglio dei carabinieri del Ros - altre vuote.
Forse, saputo dell'arresto, qualcuno ne ha fatto sparire il contenuto. La stanza è stata ricavata nell'abitazione di una vecchia conoscenza dei magistrati della Dda: Errico Risalvato, già indagato e assolto per associazione mafiosa, originario di Castelvetrano, fratello di Giovanni Risalvato che per mafia è invece stato condannato a 14 anni. Scontata la pena è stato scarcerato e ora è libero.
Due fedelissimi del padrino Errico e Giovanni che, intercettato dagli inquirenti non perdeva occasione per dichiarare il suo incondizionato amore per Matteo Messina Denaro.
Il carcere dell’Aquila è la casa circondariale con il più alto numero di detenuti al 41 bis. Si allunga intanto la lista dei fiancheggiatori finiti sotto inchiesta. Oltre a Giuseppe Luppino, arrestato in flagranza, sono indagati Andrea Bonafede e due medici. Uno è di Trapani, Filippo Zerilli, primario di oncologia che ha sottoposto il boss all’esame del dna necessario per prescrivergli la chemioterapia. L'altro è Alfonso Tumbarello, vecchio dottore di Castelvetrano che lo aveva in cura. Entrambi rispondono di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena.