Landini, mobilitazione per cambiare le scelte del governo: priorità a contratti, fisco, salari, sanità e pensioni
Il segretario Cgil annuncia la mobilitazione unitaria con Cisl e Uil, assemblee e tre manifestazioni (a Bologna il 6 maggio, a Milano il 13 maggio e a Napoli il 20 maggio) coinvolgendo tutte le regioni: "Se ciò non sarà sufficiente, abbiamo intenzione di andare avanti perché è il momento di ottenere risultati"
ROMA. "Diamo il via a questa mobilitazione perché non ci piacciono le scelte che finora ha fatto il governo. Vogliamo cambiare i contenuti e anche il metodo, perché il mondo del lavoro va coinvolto prima di decidere" con il confronto. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini parlando della mobilitazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil che parte con una campagna di assemblee e tre manifestazioni - a Bologna il 6 maggio, a Milano il 13 maggio e a Napoli il 20 maggio - coinvolgendo tutte le regioni: "Se ciò non sarà sufficiente, abbiamo intenzione di andare avanti perché è il momento di ottenere risultati".
Il governo Meloni "sta prendendo decisioni importanti senza confrontarsi con i sindacati e in molti casi non nella direzione di quello che stiamo chiedendo", rimarca Landini.
Al centro della mobilitazione, spiega, "il superamento del lavoro precario, una seria riforma fiscale e una riforma delle pensioni degna di questo nome. Bisogna aumentare i salari, rinnovare i contratti, ridurre la tassazione sui lavoratori dipendenti e i pensionati che pagano il 94% dell'Irpef, rilanciare la sanità pubblica e le politiche industriali perché per creare lavoro bisogna fare investimenti e usare le risorse europee".
Il numero uno della Cgil sottolinea il percorso unitario con Cisl e Uil: "Dopo anni anche di divisioni sindacali, è importante che oggi i sindacati andranno insieme in tutti i luoghi di lavoro e cominciamo chiedendo a tutti i cittadini e ai lavoratori di scendere in piazza", con le tre manifestazioni interregionali, che si collocano dopo la manifestazione del primo maggio a Potenza. Landini rimarca che l'obiettivo "è ottenere dei risultati, non ci interessa protestare per protestare, vogliamo cambiare le politiche economiche del governo. Ci interessa unire il mondo del lavoro. Mi aspetto che ci saranno tante persone in piazza, dai giovani ai pensionati a chi cerca lavoro".
"La presidente del consiglio Meloni ha detto che non ha alcuna intenzione di introdurre il salario minimo e di lasciare grossomodo le cose come stanno. Non siamo d'accordo su questo: bisogna cancellare i contratti pirata e serve una legge che dica che sono validi solo i contratti firmati dalle organizzazioni rappresentative e, a quel punto, dare valore generale ai contratti nazionali, che così sanciscono minimi garantiti di diritti per tutti, non solo il salario", rimarca il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ospite di Agorà su Rai3. "Tutte le forme di lavoro devono avere stessi diritti e stesse tutele", insiste Landini, e in questo quadro si può "arrivare a fissare una soglia sotto la quale non andare di paga oraria: non è accettabile che ci siano ancora persone costrette a lavorare a 3-4-5 euro l'ora".
"Trovo singolare che un Paese che ha 100 miliardi di evasione pensi che per fare cassa deve tagliare il reddito per i più poveri: è una follia totale", ha detto ancora Landini, ad Agorà sui Rai3, rimarcando che è "una strada sbagliata" e che "il governo non ne ha discusso con noi. Non siamo d'accordo con l'idea di ridurre, cancellare il reddito di cittadinanza. Non è accettabile tagliare sui poveri e non tassare quelli che hanno fatto extraprofitti e prendere i soldi da chi li ha. Il vero limite è che in questi anni non sono decollate le politiche attive che aiutino davvero le persone a lavorare", aggiunge il numero uno della Cgil secondo cui la strada "non è tagliare il Rdc, ma investire sugli uffici di collocamento, sulle politiche pubbliche".