Ancora La Russa: "Nella Costituzione non c'è la parola antifascismo". L'opposizione all'attacco
Replica la segretaria del Pd Elly Schlein: "Noi diciamo che l'antifascismo è la nostra Costituzione". Per Verdi-Sinista "il presidente del Senato deve dimettersi". La seconda carica della Repubblica ribatte: "Quante inutili polemiche sulle mie frasi"
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ROMA. - Scoppia una nuova polemica sul rapporto storico fra il presidente del Senato, Ignazio La Russa, e il fascismo,
Al centro dello scontro, ora, le parole di La Russa secondo cui "nella Costituzione non c'è alcun riferimento all'antifascismo. Credo che ciò accadde sotto la spinta dei partiti moderati che non volevano fare questo regalo al Pci e all'Urss".
Il presidente del Senato finisce nel mirino delle opposizioni: "Noi diciamo che l'antifascismo è la nostra Costituzione", risponde la segretaria del pd Elly Schlein.
Il capogruppo dei Verdi Filippo Zaratti chiede "le dimissioni" di La Russa, sottolineando che "chi non riconosce il valore antifascista della Costituzione non può occupare la seconda carica dello Stato". Gli fa eco il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, che auspica un passo indietro del presidente del Senato proprio il 25 aprile.
Poi La Russa ha precisato: "Ho letto l'articolo di Repubblica con richiamo in prima pagina dal titolo 'L'antifascismo non è nella Costituzione. Il mio 25 aprile? Metterò d'accordo tutti'. Ringrazio il giornalista che ha lecitamente trasformato in 'colloquio' un veloce scambio di parole avvenuto ieri alla buvette del Senato e ripreso in maniera corretta e testuale dall'agenzia di stampa Ansa. Mi preme però sottolineare che, come riportato anche dalla stessa agenzia, il mio riferimento non era "all'antifascismo" ma all'assenza in Costituzione della "parola antifascismo", essendo i valori della Resistenza, a cui mi sono esplicitamente richiamato, espressi in positivo nella prima parte della Costituzione. Con tale dovuta e necessaria correzione, ritengo venga meno qualsiasi interpretazione contraria al mio pensiero. Il 25 aprile ho modificato gli impegni internazionali assunti da tempo e sarò all'Altare della Patria a fianco del presidente della Repubblica".
E nell'agenda del presidente di palazzo Madama, si legge che La Russa il 25 aprile si recherà al campo di concentramento di Theresienstadt (Praga). La mattina si recherà all' Altare della Patria poi partirà alla volta di Praga per partecipare alla riunione dei presidenti dei Parlamenti dei Paesi membri dell'Unione europea (Praga) e poi alle 15 sarà alla commemorazione, con la deposizione di una corona al Monumento di Jan Palach in Piazza San Venceslao.
Sempre nel colloquio con Repubblica, ha affermato di "condividere appieno i valori della Resistenza, vista come superamento di una dittatura. Il problema è che di quei valori si sono appropriati il Pci e poi la sinistra. Questo è un fatto storico. E a questo mi sono sempre opposto".
Alla domanda se è ancora possibile fare oggi una distinzione tra storia comune e lettura di parte, La Russa risponde: "Nel leggere alcune posizioni dell'Anpi mi sembra di poter dire di sì. Guardi che pure la Destra, nella sua storia, ha candidato i partigiani. Quante inutili polemiche sulle mie frasi. C'è stata una bufera quando ho ricordato la nascita del Msi. Ai funerali di Almirante c'era pure il presidente della Repubblica".
Rispetto alle sue frasi su via Rasella: "Il fatto che io abbia sposato la svolta di Fiuggi parla di me. Che devo fare? Poi Fini è andato oltre, ma io credo comunque che quando ha definito il fascismo male assoluto parlasse delle leggi razziali. Qualsiasi cosa si dica o si faccia viene strumentalizzata. E finiamo costretti sempre a inseguire la polemica. Allora rinuncio pure a fare commenti, come è accaduto in Israele. Se togliamo la fiamma dal simbolo di FdI, ci rinfacceranno il riferimento alla Nazione e poi ne troveranno altre. È una gara a cui non sento di partecipare".
Su Lollobrigida e la frase sulla "sostituzione etnica", commenta: "Ma pensa davvero che sia un suprematista bianco? Lui stesso ha detto che non sapeva quello che diceva, o meglio non conosceva la teoria complottista di Kalergi".