Il Titan è imploso: tutti morti i passeggeri, i rottami del sommergibile trovati vicino al Titanic
Il sottomarino ha avuto un cedimento strutturale istantaneo per una "catastrofica perdita di pressione": confermati i timori degli esperti che avevano ipotizzato un collasso dovuto alla pressione o a un malfunzionamento
IL VIDEO La tragedia del Titan: "Morti tutti i passeggeri"
ROMA. Sono morti per il desiderio di vivere un'avventura unica al mondo: vedere il relitto del Titanic a 3.800 metri sotto il livello del mare.
Una "catastrofica implosione" e la morte istantanea di tutti e cinque i passeggeri.
È la tragedia che si è consumata negli abissi dell'oceano per il Titan, il sommergibile che osava sfidare la maledizione del Titanic portando facoltosi turisti ad osservare i resti del famoso relitto a quasi 4.000 metri di profondità.
Dopo giorni di ricerche disperate, i rottami del sottomarino di OceanGate disperso da domenica sono stati trovati proprio accanto al fantasma del Titanic, con la stessa società e la Guardia costiera americana che in serata hanno annunciato la morte dell'equipaggio.
La gelata sulle poche speranze ancora rimaste di ritrovare il veicolo e i suoi passeggeri ancora in vita era arrivata già in mattinata con il tweet delle autorità Usa sul ritrovamento dei detriti. Un cinguettio di poche parole con il quale la Guardia costiera, pur non sbilanciandosi ancora in dichiarazioni e annunci ufficiali, aveva di fatto lasciato intendere che per i cinque avventurieri ormai era finita.
Il robot schierato per setacciare i fondali a caccia del sottomarino ha rinvenuto il telaio di atterraggio del batiscafo e la sua parte posteriore assieme ad altri tre pezzi proprio vicino alla prua del Titanic.
Il veicolo è imploso istantaneamente per una "catastrofica perdita di pressione", hanno spiegato in serata le autorità, confermando i timori degli esperti che avevano ipotizzato un cedimento strutturale dovuto alla pressione o a un malfunzionamento.
Al quarto giorno di ricerche, le chance di riuscire a salvare l'equipaggio erano d'altra parte ridotte al lumicino considerato il freddo gelido e l'ossigeno molto probabilmente esaurito se il batiscafo fosse stato ancora integro. Nonostante questo i ricercatori, complice il bel tempo, hanno continuano senza sosta e con un'urgenza sempre maggiore la loro attività, affiancati da personale medico specializzato con al seguito una camera iperbarica in grado di contenere sei persone, pronta all'uso qualora ci fosse stato il miracolo. Le autorità costiere americane e canadesi sono state affiancate da quelle del Regno Unito.
Londra ha infatti inviato un aereo militare della Raf con equipaggiamento specializzato e con a bordo un ufficiale sommergibilista, il tenente di vascello Richard Kantharia, esperto conoscitore della guerra sottomarina e delle operazioni di immersione. Un dispiegamento di forze straordinario che però non ha potuto nulla per salvare la vita all'amministratore delegato di OceanGate Stockton Rush, al miliardario britannico Hamish Harding, al francese Paul-Henry Nargeolet e all'uomo d'affari pachistano e a suo figlio Shahzada e Suleman Dawood. Davanti a una tragedia del genere le polemiche su OceanGate e il suo ceo non si placano.
Nel mirino delle critiche c'è la struttura del sommergibile, operato tramite un controller per videogame Logitech F710, la mancanza di controlli sulla sicurezza ma anche i ritardi nel lanciare l'allarme una volta persi i contatti.
Il Titan, così come i veicoli simili, era soggetto ad una supervisione regolamentare molto limitata e questo - secondo i critici - ha aperto la strada a scorciatoie in termini di sicurezza da parte della società.
Viaggiare sul sommergibile di OceanGate era "un'operazione kamikaze", ha raccontato Arthur Loibl, il 61enne tedesco che due anni fa ha compiuto la stessa immersione.
Gli esperti ritengono che uno dei problemi del sottomarino fosse il suo ripetuto utilizzo: per la sua struttura era infatti adeguato alla traversata sott'acqua per un numero limitato di volte, non per immergersi spesso come invece ha fatto.
I molteplici viaggi potrebbero infatti aver indebolito la struttura, causandone il catastrofico collasso.
E suonano ormai come un sinistro presagio le parole che l'amministratore delegato Rush aveva pronunciato in un podcast del 2022, quando aveva sostenuto che la sicurezza era un "puro spreco": "Se si vuole rimanere al sicuro non ci si deve alzare dal letto, non si deve entrare in macchina, non si deve fare niente". Il risultato stasera è sotto gli occhi del mondo.
Per i cinque passeggeri a bordo del Titan, su cui domenica scorsa si erano accesi i riflettori, non c'è stato nulla da fare. Il sommergibile è imploso e l'oceano li ha inghiottiti al largo del continente americano. E' così finita in tragedia l'esperienza dell'uomo d'affari pachistano Shahzada Dawood e di suo figlio Suleman, morti insieme al miliardario britannico Hamish Harding, al numero uno dell'azienda proprietaria dell'imbarcazione - la OceanGate Expeditions - Stockton Rush, e al pilota di sommergibili francese Paul-Henry Nargeolet.
L'imprenditore Shahzada Dawood aveva 48 anni e aveva voluto condividere questa esperienza con il figlio Suleman di 19. Shazada Dawood era anche un cittadino maltese. Aveva infatti acquisito il passaporto nel 2016 grazie al controverso programma di vendita della cittadinanza introdotto nel 2014 dal governo della Valletta guidato da Joseph Muscat. L'uomo era amministratore del Seti Institute, un'organizzazione senza scopo di lucro dedicata alla ricerca sulla vita e l'intelligenza nell'universo.
Il terzo passeggero a bordo del Titan era il milionario britannico Hamish Harding 58 anni. Sono molte le curiosità circolate in questi giorni su di lui. Già presidente di Action Aviation, società specializzata nella compravendita di aeromobili, era stato anche un esploratore, con esperienza al Polo Sud. Un personaggio singolare non nuovo nel vivere esperienze al limite del possibile. Era infatti rinomato a livello mondiale per le sue imprese, come quella del 2021 quando si era recato nel punto più profondo della Fossa delle Marianne, ovviamente con un sottomarino. Lo scorso anno era andato nello spazio a bordo del quinto volo commerciale di Blue Origin, la società spaziale di Jeff Bezos.
A bordo del Titan c'era anche l'esploratore e pilota di sommergibili francese Paul-Henri Nargeolet, 77 anni, nato a Chamonix. Per un ventennio è stato nella Marina francese, fino al suo pensionamento, periodo in cui ha ricevuto il grado di comandante. Successivamente è entrato a far parte dell'Istituto francese per la ricerca e lo sfruttamento del mare. Era anche conosciuto come Mister Titanic perché aveva partecipato alla prima spedizione dopo il ritrovamento del transatlantico affondato nel 1912.
Il quinto passeggero era Stockton Rush, 61 anni, il patron di OceanGate, l'azienda proprietaria del mezzo di cui ora rimangono solo i rottami nelle profondità dell'oceano. Si era laureato alla Princeton University in ingegneria aerospaziale e aveva fondato la società di esplorazioni marittime nel 2009 proprio con l'obiettivo di far progredire la tecnologia dei sommergibili.