L'armata di Prigozhin torna in Ucraina. Rivelazioni: gli Usa informati da giorni della rivolta di ieri
La mediazioni del presidente bielorusso Lukashenko sembrano aver posto fine al tentativo di ribellione delle truppe mercenarie russe che ha tenuto per 36 ore il mondo con il fiato sospeso. Ma ora il futuro è denso di incognite
ROMA. La mediazioni del presidente bielorusso Lukashenko sembrano aver posto fine al tentativo di ribellione delle truppe mercenarie russe Wagner guidate da Yevgeny Prigozhin che ha tenuto per 36 ore il mondo con il fiato sospeso.
Lo 'chef di Putin' e i suoi miliziani non saranno perseguiti, riprende l'offensiva in Ucraina e Prigozhin andrà in Bielorussia.
Un viaggio, quest'ultimo, non privo di incognite, per quanto Mosca abbia garantito la totale impunità al capo mercenario ieri accusato di alto tradimento promettendo punizioni severe. Poi, l'amnistia e il capo dell'armata di mercenari (si stima l'80% rteclutati fra i carcerati), annuncia che torna a combattere contro gli ucraini.
Ma quali saranno le conseguenze di tutto cio?
Resta incerto il destino dei vertici militari russi accusati da Prigozhin di avere attaccato i suoi uomini mentre la sua marcia, giunta indisturbata fino a 200 chilometri da Mosca, rischia comunque di mostrare i punti deboli del regime.
Gli uomini di Wagner hanno lasciato Rostov tra gli applausi della folla, in quelle che potrebbero essere immagini spontanee ma anche costruite. Chissà..
La situazione in Russia resta all'attenzione del campo avversario con consultazioni ai massimi livelli che confermano il sostegno all'Ucraina.
Intanto, i media americani rivelano che le autorità Usa erano state informate da giorni dei piani di Prigozhin.
Lo scrive il New York Times citando fonti dell'intelligence. I responsabili della sicurezza nazionale degli Stati Uniti erano sono stati avvertiti mercoledì scorso che Prigozhin si stava preparando ad agire.
La loro preoccupazione immediata era come questo avrebbe influenzato il controllo di Mosca sul suo arsenale di armi nucleari.
L'intelligence statunitense seguiva da mesi le crescenti tensioni tra il capo Wagner e i vertici militari russi, incluso il ministro della Difesa Sergei Shoigu.