Libro con frasi omofobe e contro i migranti: rimosso dall'incarico il generale Vannacci
Via dal comando dell'Istituto geografico militare di Firenze, dopo le reazioni indignate sul volume in cui l'ufficiale esprime giudizi violenti su gay, stranieri, ecologisti, femministe e altri, conditi da vari riferimenti di tipo complottista come la "lobby gay"
IL LIBRO "I gay non sono normali": bufera sul libro di un generale
ROMA. Il generale Roberto Vannacci, al centro di polemiche per quanto scritto in un libro, è stato sollevato dal comando e rimosso da capo dell'istituto geografico militare di Firenze.
Lo ha deciso lo Stato maggiore dell'Esercito, la forza armata a cui appartiene l'ufficiale paracadutista che in passato ha rivestito diversi incarichi nelle forze speciali e ha partecipato a decine di missioni all'estero. In base a quanto si apprende Vannacci è stato messo a disposizione del comando delle forze operative terresti, rimanendo nella sede del capoluogo toscano.
Nel volume autoprodotto "Il mondo al contrario", l'ufficiale esprime giudizi inqualificabili su gay, stranieri, ecologisti, femministe e altri, conditi da vari riferimenti di tipo complottista come la "lobby gay".
Il generale, dopo le reazioni indignate ai suoi scritti, ha reagito affermando di aver solo espresso il proprio pensiero e dicendo che sarebbe pronto a riscrivere tutto: "Non mi rimangio nulla".
Intervistato oggi da Repubblica, afferma, fra l'altro: "Comunque, sono per la libertà di espressione e anche contrario al fatto che ci siano categorie protette. Dire 'gay di m.' o 'professore di m.' è grave lo stesso. Perché dovrebbe essere diverso?. Ho citato anche la legge Mancino, che non condivido, dire 'ebrei di m.' non è peggiore che dire 'cristiani di m.'. Ho capito: c’è stata la Shoah, va bene, ma questo non configura la religione ebraica come protetta".
Nella quarta di copertina Vannacci prende posizioni contro coloro che, a suo dire, definiscono "civiltà e progresso" quando gli "occupanti abusivi delle abitazioni prevalgono sui loro legittimi proprietari; quando si spende più per un immigrato irregolare che per una pensione minima di un connazionale e quando le città si trasformano in luoghi per single benestanti e alternativi mentre lavoratori, operai e famiglie sono costretti ad abbandonarle".
Parlando della legittima difesa il generale, che si definisce erede di Giulio Cesare, non usa giri di parole. Per l'ex parà della Folgore se un ladro entra in casa "perché non dovrei essere autorizzato a sparargli, a trafiggerlo con un qualsiasi oggetto mi passi tra le mani", "se pianto la matita che ho nel taschino nella giugulare del ceffo che mi aggredisce, ammazzandolo, perché dovrei rischiare di essere condannato?".
Nel testo anche riferimenti alla questione migranti e alle "discutibili regole di inclusione e tolleranza imposte dalle minoranze". Parlando di Paola Egonu, campionessa di volley, Vannacci sostiene che è "italiana di cittadinanza, ma è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l'italianità".
Parole e frasi che scatenano la polemica, più voci dalle opposizioni ieri hanno chiesto la rimozione del generale.
Il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni ha detto: "Quello che non è normale nel nostro Paese è che un alto ufficiale dell'Esercito Italiano si metta pubblicamente a esprimere giudizi incommentabili, insulti omofobi e razzisti, pregiudizi e stupidaggini".
Una netta condanna su quanto scritto dall'alto graduato arriva dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, e dall'Anpi: "Si tratta di un concentrato di omofobia e volgarità di rara violenza verbale che lede l'onore delle Forze Armate verso cui l'intero Paese nutre stima e rispetto", afferma il presidente Gianfranco Pagliarulo.