L'ingegnere asserragliato in casa, trattative con i carabinieri dopo 48 di "lockdown" nel quartiere
A Cordovado (Pordenone), seconda notte fuori casa per le persone che abitano nella palazzina dove, da mercoledì mattina, si è asserragliato il 55enne, dopo essersi rifiutato di consegnare ai carabinieri le armi che detiene a uso sportivo in mancanza di una conferma del provvedimento di detenzione
CORDOVADO. Seconda notte fuori casa per le 13 persone che abitano nella palazzina dove, da mercoledì mattina, si è asserragliato l'ingegnere 55enne di Cordovado (Pordenone), dopo essersi rifiutato di consegnare ai carabinieri le armi che detiene a uso sportivo in mancanza di una conferma del provvedimento di detenzione.
A rendere noto il numero degli sfollati è stata la sindaca, Lucia Bunettin, la quale ha spiegato che è stato lo stesso Comune a mettere a disposizione specifiche strutture. In totale, sono una trentina le persone che stanno patendo notevoli disagi per la chiusura del centro cittadino e di alcune attività commerciali. "La popolazione comincia a spazientirsi - ha detto ai giornalisti la sindaca - perché sono oltre 40 ore che hanno dovuto lasciare le loro case. Quanto al concittadino che si trova all'interno dell'appartamento, posso solo dire che non è seguito dai servizi sociali e che, personalmente, l'ho conosciuto alcuni anni fa, quando si trasferì qui da noi dal Veneto. Mi fece un'ottima impressione e si disse interessato a scoprire le bellezze di Cordovado".
Poi, la speranza "che ci possa essere, nel più breve tempo possibile, un epilogo positivo per tutti", ha concluso. In tarda serata, sono state anche portate brande dove i militari dell'Arma che trascorreranno la notte nei pressi dell'appartamento, potranno riposare. Intanto, continuano anche i negoziati, che nelle ultime ore avvengono attraverso collegamenti telefonici.
Proprio da quando ha accettato di interloquire direttamente con il mediatore, il professionista friulano ha smesso di postare video sul proprio canale YouTube.
Ci sono volute 36 ore, ma si è aperto un canale di dialogo tra l'ingegnere e i negoziatori dei carabinieri.
Il professionista non si starebbe dunque più limitando a postare video sul proprio canale YouTube, ma avrebbe avviato un'interlocuzione anche con gli specialisti dell'Arma. Circostanza che fa crescere la speranza di un epilogo in cui non sia necessaria un'irruzione da parte delle forze speciali, che continuano a presidiare l'area. Per il resto, la giornata di ieri è stata contrassegnata proprio dai monologhi affidati alla rete dall'uomo, che ha comunque sempre mantenuto un atteggiamento di non belligeranza.
"Io amo la vita, io amo tantissimo la vita, lo dico e lo ripeto: devi portarmi all'insano gesto, devi faticare, però, perché io sono estremamente stabile fisicamente e mentalmente", aveva detto, nella tarda mattinata di oggi, rivolgendosi al negoziatore con cui non aveva ancora accettato di parlare al telefono. In precedenza, l'ingegnere - che da due anni e mezzo faceva una vita da autorecluso nella propria abitazione dopo essere stato un apprezzato consulente aziendale - aveva anche reso nota una circostanza riguardante le armi che sono al centro del suo rifiuto a consegnarsi alle autorità, non volendo che i carabinieri procedano al loro sequestro.
"Mi ero offerto tempo fa, con la presentazione dell'esposto alla magistratura, per l'aggressione con il rottweiler, il 24 aprile 2021, se non ricordo male, di consegnarle alla stazione dei carabinieri affinché nessuno le usasse come pretesto nei miei confronti. Mi è stato detto che era impraticabile".
In questo contesto, la piccola comunità di Cordovado - di fatto bloccata da ieri mattina, con il centro cittadino off limits e molte persone costrette a dormire in albergo - si è divisa sulla vicenda: "Non si può bloccare un intero paese per una creatura umana": ha detto una residente. La donna, un'anziana, si è fatta portavoce del malcontento di molti concittadini:
"Le attività commerciali del centro non sono raggiungibili: speriamo che questa vicenda si risolva al più presto, perché coinvolge davvero tante persone. L'auspicio di tutti è che quest'uomo, che quasi nessuno di noi ha mai incontrato, si consegni spontaneamente, anche perchè non ha ancora commesso alcun grave reato. I medici potranno certamente aiutarlo a superare questo momento delicato".