L'ex militare asseragliato è ancora in casa: ha postato un terzo video
I negoziatori al lavoro da quasi 24 ore ma l'ingegnere 55enne resta nella sua abitazione nel Pordenonese, nella quale avrebbe a disposizione diverse armi per uso sportivo: all'origine delg esto vi sarebbe il mancato rinnovo dell'autorizzazione per detenere i fucili
PORDENONE. A distanza di quasi 24 ore l'uomo di Cordovado è ancora asserragliato in casa. E quindi, da quasi 24 ore, i negoziatori dei carabinieri stanno cercando di convincerlo ad arrendersi. Nel corso della notte, l'uomo - un ingegnere che aveva fatto il servizio militare proprio nell'Arma negli anni Novanta - ha postato un altro video su YouTube di pochi secondi in cui stigmatizza nuovamente l'enorme dispiegamento di forze messo in campo per questa mattinafarlo uscire sebbene egli non abbia intenzione di fare del male ad alcuno.
Sul posto questa mattina, oltre ai reparti speciali, continuano a stazionare gli artificieri, i vigili del fuoco e un'ambulanza. L'obiettivo delle forze dell'ordine resta quello di convincere l'uomo - che di fatto da quasi due anni e mezzo non esce di casa se non in casi eccezionali - a consegnarsi senza dover fare irruzione.
Si è barricato in casa e non ha mai risposto a nessuno degli appelli dei carabinieri, che circondano la palazzina nel centro di Cordovado, in provincia di Pordenone. Lui è un uomo di 55 anni, ex appartenente alle forze armate, ora in pensione, con più di qualche problema psicologico. A renderlo pericoloso è il fatto che, come ha fatto sapere il questore di Pordenone, Luca Carocci, "ha molti fucili per uso sportivo".
L'azione delle forze dell'ordine - cui sta partecipando personale del Comando provinciale e dei reparti speciali dell'Arma - è scaturita da minacce rivolte via web dall'uomo ad alcune autorità della provincia. Aveva postato video in cui minacciava gesti eclatanti o anche autolesionistici qualora si fosse proceduto al sequestro delle sue armi. La palazzina dove abita, per ragioni di sicurezza è stata evacuata, così come alcuni negozi nelle vicinanze, e, per isolarlo, è stata interrotta la fornitura di luce e gas nel suo appartamento. Stamani in pochi minuti si è creato un cordone di sicurezza con forze dell' ordine, vigili del fuoco, mezzi sanitari.
"I suoi atteggiamenti odierni derivano, con ogni probabilità, dalle puntuali verifiche dei nostri uffici - ha affermato Carocci - che hanno permesso di evidenziare anomalie nell'equilibrio psicofisico di questo soggetto, all'atto del rinnovo del permesso per la detenzione delle armi. Per proseguire a usare quei fucili avrebbe dovuto produrre un certificato di idoneità psicofisica, che non ha mai consegnato". Gli uffici della Questura avevano quindi informato il prefetto, che a sua volta aveva firmato l'atto di sequestro dei fucili, incaricando i carabinieri di procedere, vista l'indisponibilità manifestata dal soggetto a consegnare spontaneamente le armi. Da quanto si è appreso, l'uomo, però, ricevuta la notifica, aveva invece postato sui social alcune minacce se si fosse comunque proceduto con il sequestro delle armi.
"Stiamo lavorando per cercare di avere un contatto, perché fino a ora non ha mai risposto alle nostre sollecitazioni", ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Pordenone, colonnello Roberto Spinola. La Procura della Repubblica ieri in serata ha diffuso una nota in cui smentisce che l'uomo abbia minacciato con armi altre persone, come invece un testimone oculare aveva affermato; una vicenda sulla quale sono in corso verifiche.