Andreea Rabciuc trovata morta, il fidanzato unico indagato ma per la madre "c'entrano più persone"
Ancona, sarebbero della ventisettenne scomparsa il 12 marzo 2022 i resti umani ritrovati tre giorni fa in un casolare nelle campagne di Castelplanio: indagini in corso
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ANCONA. Simone Gresti, il fidanzato di Andreea Rabciuc, la 27enne scomparsa il 12 marzo 2022, resta l'unico indagato e il principale sospettato nell'inchiesta della Procura di Ancona, che ormai riguarda la morte della ragazza: per lui l'ipotesi di omicidio volontario si è aggiunta quelle di sequestro di persona e spaccio di stupefacenti, dopo il ritrovamento, sabato pomeriggio, di resti umani in un casolare nelle campagne di Castelplanio (Ancona), che per gli inquirenti sono quelli di Andreea.
Altre due persone, un uomo e una donna, sono state sentite a suo tempo e anche recentemente come testimoni. Ma la madre della ragazza, Georgeta Cruceanu, pur sopraffatta dal dolore, vuole lottare per la verità ed è convinta che le cose siano andate in un altro modo: "Sono sicura che c'entrano più persone, e che l'hanno portata lì dopo".
"Lì" è, appunto, il casolare lungo la strada Montecarottese, al civico 26, dove sabato pomeriggio i proprietari hanno scoperto un corpo ridotto allo stato scheletrico, con brandelli di vestiti (quelli indossati da Andreea) un dente con un ponte, "lei lo aveva".
Il casolare era stato perlustrato il 16 marzo 2022, pochi giorni dopo la scomparsa, durante le prime ricerche, senza cani molecolari. In quel momento nessuno aveva visto il cadavere: forse non c'era, oppure era in una parte del fabbricato, fatiscente, dove non erano arrivati i carabinieri e i soccorritori. Andreea aveva problemi di droga e Georgeta ha sempre pensato che il fidanzato, un uomo di oltre 40 anni, con precedenti per reati legati agli stupefacenti, fosse coinvolto nella sua sparizione, oltre ad averla trascinata in un giro di amicizie sbagliate: "quel criminale" lo ha definito sabato notte, durante una visita all'edificio dove erano in corso accertamenti irripetibili da parte della scientifica.
Il suo avvocato, Emanuele Giuliani, lo definisce invece come un uomo "doppiamente colpito: da quello che è successo ad Andreea e dall'accusa che gli è piovuta addosso".
Per il riconoscimento ufficiale si attende l'esito dell'esame del Dna, effettuato oggi pomeriggio ad Ancona, insieme all'autopsia, effettuata dal medico legale Adriano Tagliabracci, alla presenza del consulente della difesa Cristiano Cortucci. Il pm Irene Bilotta ha chiesto anche un esame specifico, probabilmente di botanica forense, per accertare se il corpo è stato spostato. Gli esiti si conosceranno tra qualche giorno.
Secondo il racconto Gresti e degli altri due testimoni, Andreea si era allontanata all'alba del 12 marzo, dopo una nottata trascorsa in una roulotte parcheggiata in un terreno a meno di un chilometro dal luogo in cui è stato trovato il cadavere, avviandosi a piedi lungo la strada Montecarottese. Da lì era svanita: appelli e avvistamenti in tutta Italia, fino alla scoperta di sabato pomeriggio.