Bocciata la proposta sul terzo mandato, la maggioranza di governo si spacca
In Commissione FdI e Fi votano contro l'emendamento proposto della Lega che avrebbe consentito fra l'altro al presidente del Veneto Zaia di ricandidarsi (per la quarta volta)
ROMA. Bocciato l'emendamento della Lega al decreto elezioni sul terzo mandato per i presidenti delle regioni. In commissione Affari costituzionali, dove il provvedimento è all'esame, si sono espressi contro la proposta di modifica leghista, Fratelli d'Italia e Forza Italia sostenuti da Pd, M5s, Avs. A sostegno della proposta della Lega ha votato Italia viva. Azione non ha partecipato al voto. In tutto ci sono stati 4 voti favorevoli, 16 contrari, un'astensione e un non ha partecipato.
Clima teso, sul tema, in particolare tra Lega e Fratelli d'Italia.
Già la settimana scorsa il ministro Luca Ciriani, di FdI, responsabile dei rapporti con il Parlamento, aveva smontato l'urgenza del tema e guardando al Veneto, storica roccaforte leghista tallonata dai meloniani e al voto nel 2025, precisava: "Senza peccare di modestia, noi vogliamo giocare tutte le partite. Per Zaia, che è stato un ottimo governatore, sarebbe il quarto mandato. L'alternanza potrebbe essere possibile", dice Ciriani a SkyTg24 aggiungendo: "Nessuno è eterno, neanche Zaia".
Il doge veneto, che potrebbe correre per l'ennesimo mandato, replicava: "Mi sento un po' come San Sebastiano con le frecce che arrivano". Convinto che "l'eternità non è di questo mondo" ma anche sorpreso che "l'unico dibattito di questo Paese sia il sottoscritto".
Per Zaia un via libera, al momento improbabile, aprirebbe la strada al quarto mandato, perché quando fu votata la legge regionale sul limite a due mandati (2015) si escluse quello in corso. Quindi Zaia, insediatosi nel 2010 è ora in sella da quasi quindici anni e punterebbe ad arrivare a venti.
E se questa strada gli fosse sbarrata, molti osservatori si chiedono quale sarebbe il futuro del politico leghista, in un contesto veneto che vede gli altri partiti del centrodestra pretendere il candidato presidente per sé. Zaia correrebbe al fianco di un altro candidato? Si dedicherebbe alla vita interna della Lega, minacciando così la non siolida leadership di Salvini? Chissà..