Si chiamava Auriane Nathalie Laisne la ragazza assassinata in val d'Aosta
Ieri sera a Lione è stato arrestato Teima Sohaib, un 21enne di nazionalità italiana, sospettato di aver ucciso la ventiduenne francese
AOSTA. Si chiamava Auriane Nathalie Laisne e viveva a Saint-Priest, cittadina dell'area metropolitana di Lione, la ragazza di 22 anni trovata morta venerdì scorso nell'ex cappella di frazione Equilivaz, sopra La Salle in Valle d'Aosta.
La ragazza è stata identificata ufficialmente dai genitori arrivati dalla Francia.
Ieri sera a Lione è stato arrestato dalla gendarmerie Teima Sohaib, un 21enne di nazionalità italiana, residente in Francia, sospettato di aver ucciso la ragazza.
Si è conclusa ieri sera a Lione la caccia al, nato in Italia e di origini egiziane, sospettato di aver ucciso la ventiduenne francese trovata morta in una chiesetta diroccata in Valle d'Aosta.
Lo ha annunciato il procuratore di Grenoble, Eric Vaillant. Il giovane arrestato stasera su richiesta della procura di Aosta che lo sospetta dell'omicidio era già ricercato dalla fine di marzo per "violazione del controllo giudiziario" e sarà processato a Grenoble nelle prossime settimane per atti di violenza nei confronti della vittima, avvenuti nei mesi scorsi.
Il ragazzo era stato visto - in base ad alcune testimonianze - assieme alla vittima nella zona di La Salle, nei pressi del villaggio abbandonato di Equilivaz dove si trova l'ex chiesetta.
Gli inquirenti non scartano l'ipotesi che la coppia fosse proprio alla ricerca di un borgo abbandonato: lo chiamano "urbex", è un'esplorazione urbana che consiste nell'avventurarsi in strutture e edifici in rovina. Una sorta di turismo nei ruderi fantasma che attrae soprattutto i giovanissimi.
Cosa sia accaduto lassù, in mezzo alla boscaglia che nasconde quello che resta di una decina di case in pietra, ancora non è chiaro.
Condotta dall'anatomopatologo Roberto Testi, l'autopsia lascia pochi dubbi: la vittima è stata colpita frontalmente al collo e all'addome con un coltello. Escluso che si sia auto-provocata le ferite. Il decesso, che risale ai giorni a cavallo tra marzo e aprile, è stato causato da un'emorragia: in pratica è morta dissanguata.
La felpa beige che indossava era intrisa di sangue all'altezza della spalla, proprio sotto la gola.
Sulla base di questi elementi la procura di Aosta ha aperto un fascicolo per omicidio. L'ipotesi è che si tratti di un delitto d'impeto, forse una lite finita male. Le ferite non sono nette e particolarmente profonde. Il corpo era raccolto in posizione fetale. "Sembrava che dormisse" ha raccontato un testimone.
Vicino a lei c'erano solo una confezione di marshmallow e dei rifiuti. Nessuna traccia dei documenti e di un telefono.
I segni sul terreno lasciano pensare che sia stata trascinata dentro l'ex cappella, probabilmente agonizzante.
La ragazza aveva 22 anni ed abitava a Saint-Priest, una cittadina di 42.000 abitanti che fa parte dell'area metropolitana di Lione.
È stata riconosciuta da alcuni parenti giunti ad Aosta e poi identificata ufficialmente nella camera mortuaria del cimitero di Aosta. Arrivava dalla Svizzera ed era impegnata in un giro per l'Europa. Si era fermata in Valle d'Aosta con l'amico per campeggiare qualche giorno in montagna.
A La Salle la coppia non era passata inosservata: "Mi sembravano due ragazzi sofferenti - ha raccontato una donna del posto che li aveva incontrati a fine marzo - e mi hanno raccontato di essere arrivati dal confine svizzero. Cercavano un supermercato grande per fare la spesa. Ha sempre parlato lui. Si esprimeva in un buon italiano, anche se non sembrava italiano. Non sembrava un tipo violento, tutt'altro".