Strage sul lavoro a Casteldaccia, 5 operai morti uno dopo l'altro calandosi nel tombino
L'unico che era rimasto fuori ha potuto dare l'allarme. Nuova protesta del sindacati. Le vittime sono: Epifanio Assazia, 71 anni; Giuseppe Miraglia, Roberto Raneri, di 50 anni, Ignazio Giordano, di 59 anni e Giuseppe La Barbera
PALERMO. Sono morti uno dietro l'altro calandosi in un tombino dell'impianto fognario.
È questa la prima ricostruzione della strage sul lavoro avvenuta a Casteldaccia che ha causato cinque morti mentre un sesto è ricoverato in ospedale in gravissime condizioni. Dopo che il primo operaio è rimasto nel sottosuolo senza venir fuori, gli altri si sono calati per capire cosa stesse succedendo.
Il settimo componente della squadra, non vedendo uscire i colleghi, ha dato l'allarme. Quattro vittime sono operai della Quadrifoglio di Partinico, tra di loro figurerebbe anche il titolare della ditta; il quinto è un lavoratore interinale dell'Amap.
Questi i nomi delle cinque vittime: Epifanio Alsazia, 71 anni, contitolare della ditta Quadrifoglio group, era di Partinico (Palermo) così come Ignazio Giordano, di 57 anni; Giuseppe Miraglia, 47 anni, era originario di San Cipirello (Palermo) , mentre Roberto Raneri, di 51 anni, di Alcamo (Trapani); Giuseppe La Barbera, il lavoratore interinale dell'Amap.
"Lavori in subappalto, lavoratori interinali e precarietà del lavoro condizionano la sicurezza delle persone. E questa è l'ennesima tragedia che, da tempo, si ripete ogni giorno". Lo dice Mario Ridulfo, segretario della Camera del lavoro di Palermo, arrivato a Casteldaccia nella zona della strage. "E' una tragedia non più annunciata ma calcolata - continua Ridulfo - perché le morti sul lavoro sono ormai un costo sostenibile per il sistema che sfrutta le persone. Ci aspettiamo un sussulto di dignità dalla politica, iniziative e prese di posizione che vadano oltre il cordoglio o i soliti commenti che, alla fine, lasciano inalterate le condizioni dei lavoratori", conclude.
"A Palermo è di nuovo strage di lavoratori: basta con i giochetti. Subito in discussione la petizione a firma Emma Marrazzo per l'introduzione del reato di omicidio sul lavoro", scrive l'Usb "Sono almeno cinque i lavoratori uccisi per intossicazione dopo essere rimasti intrappolati nelle fognature di un'azienda vinicola, un sesto si trova in gravi condizioni. Erano dipendenti di una ditta esterna ad Amap. L'ennesima strage, dopo quella di Brandizzo, dell'Esselunga e del lago di Suviana ed ancora una volta a rimanere vittime lavoratori in appalto.
Usb e Rete Iside, lo scorso 30 aprile, hanno consegnato al Presidente del Senato della Repubblica una petizione con la proposta di introdurre il reato di omicidio sul lavoro nel codice penale, la prima firmataria è Emma Marrazzo (mamma di Luana D'Orazio). Non possiamo più aspettare, chiediamo che la proposta venga immediatamente discussa e approvata dal parlamento. Basta appalti, basta omicidi sul lavoro".