Istituzioni / L'inchiesta

Liguria, il presidente Giovanni Toti è accusato anche di falso

Emerge dalle carte dell'inchiesta che ha terremotato la Regione Liguria portando ai domiciliari il governatore. L'ipotesi di reato è legata alla gestione delle discariche in provincia di Savona. Ieri intanto, l'esponente del centrodestra, agli arresti domiciliari, ha scerlto di non rispondere nell'interrogatorio di garanzia

GENOVA. Il presidente della Liguria Giovanni Toti è indagato anche per falso. L'accusa emerge dalle carte dell'inchiesta che ha terremotato la Regione Liguria portando ai domiciliari il governatore. L'ipotesi di reato è legata alla gestione delle discariche in provincia di Savona. Per quella vicenda è indagato per corruzione Pietro Colucci, imprenditore campano che gestisce una galassia di imprese che si occupano di rifiuti.

Ieri Toti, ai domiciliari per corruzione ambientale, corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio e promesse elettorali, aveva l'interrogatorio di garanzia ma è durato solo mezz'ora, al palazzo di giustizia di Genova. Un brevissimo incontro con la gip Paola Faggioni e con uno dei magistrati che coordina l'inchiesta che ha terremotato la politica ligure, portando Toti ai domiciliari assieme all'imprenditore della logistica Aldo Spinelli e al carcere per l'ad (sospeso) di Iren ed ex presidente dell'authority portuale Paolo Signorini.

Difeso dall'avvocato Stefano Savi, come era stato ampiamente annunciato, Toti si è infatti avvalso della facoltà di non rispondere. "Chiederemo la prossima settimana di farci interrogare. Al momento stiamo leggendo tutte le carte - ha detto il legale - E dopo chiederemo la revoca dei domiciliari".

Intanto un nuovo filone di indagine è nel mirino degli investigatori che indagano per il reato di corruzione in Liguria. Riguarda ancora il porto di Genova, il trasferimento dei depositi chimici delle società Superba e Carmagnani dal quartiere di Genova-Multedo nel ponente della città, all'area portuale di Calata Sanità, a Sampierderana. Si valuta il fatto che alle decisioni finali si sia arrivati dopo pressioni sui componenti del Comitato tecnico regionale che doveva dare il via libera decisivo.

La Procura, come indicano diversi quotidiani, ipotizza i reati di abuso d'ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità e traffico d'influenze. Nei giorni scorsi, inoltre, il Tar ha definito l'operazione illegittima.

È sostenuta dal sindaco Marco Bucci che in qualità di sindaco-commissario alla ricostruzione ha destinato 30 milioni del Decreto Genova stanziati dopo la strage del Morandi per la sua esecuzione.

È invece contrastata dai residenti che si sono riuniti in comitato. Nel mirino c'è il Comitato tecnico regionale (Ctr) che era stato chiamato a dare l'ok finale e che per due volte aveva negato il Nulla osta di fattibilità per motivi di sicurezza. Avevano dubbi sia i vigili del fuoco sia l'agenzia ambientale regionale Arpal. Ma a un certo punto il parere era stato cambiato ed era arrivato il via libera con alcuni vincoli.

Se ne occupa il procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati, coordinatore del pool di magistrati che si occupano di reati contro la pubblica amministrazione. (ANSA).

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