Dopo le polemiche, a Treviso confermata la proiezione per gli studenti del film sull'omofobia
L'iniziativa era stata sospesa perché un gruppo di genitori di una scuola media si era opposto, sostenendo che potesse avere influssi "negativi" sui figli. Contro lo stopo duro il sindaco leghista del capoluogo della Marca, Mario Conte, che aveva annunciato la volontà di organizzare una proiezione alternativa
TREVISO. Gli studenti della scuola media di Treviso vedranno il 4 novembre prossimo il film "Il ragazzo dai pantaloni rosa". Lo ha reso noto la dirigente dell'istituto, dopo che i docenti hanno visionato in anteprima la pellicola. La dirigente ha specificato che la decisione di rinviare la proiezione è stata "una scelta dettata da un eccesso di zelo e prudenza, ma non abbiamo mai veramente cancellato l'appuntamento al cinema", ha precisato.
La scuola aveva prenotato 150 posti per gli studenti il 4 novembre, giorno di uscita della pellicola, salvo poi sospenderne la visione, poiché nel consiglio di classe per l'organizzazione dell'uscita era stato chiesto se fosse stato visto preventivamente dai professori.
Sulla vicenda era intervenuto anche il sindaco del capoluogo della Marca, il leghista Mario Conte, il quale aveva stigmatizzato i problemi sollevati da alcuni genitori. Il sindaco aveva anche annunciato l'intenzione di organizzare come Comune la proiezione, qualora la scuola avesse confermato lo stop.
IL CASO
Divide pubblico, società e famiglie il film "Il ragazzo dai pantaloni rosa", appena presentato alla Festa del Cinema di Roma, tratto dal romanzo autobiografico di Teresa Manes, la madre di Andrea Spezzacatena, studente 15enne del liceo Cavour di Roma, vittima di bullismo e cyberbullismo che nel novembre del 2012 si tolse la vita.
Una presentazioni davanti ad una platea di adolescenti che si sono lasciati andare a commenti omofobici.
Questa volta sono stati i genitori di una scuola media di Treviso che non hanno gradito la proiezione della pellicola, sostenendo che potesse avere influssi "negativi" sui loro figli. Di diverso avviso il sindaco leghista del capoluogo della Marca, Mario Conte, che ha annunciato la volontà di organizzare la visione del film, affermando che con il diniego è stata "persa un'occasione di approfondire e conoscere meglio temi che sono vere piaghe della nostra società".
La proiezione dell'opera di Margherita Ferri, che vede Claudia Pandolfi nei panni della madre, era prevista il 4 novembre, e l'istituto aveva già prenotato i posti per gli studenti. Alcune famiglie hanno però chiesto alla dirigente di evitare la partecipazione dei ragazzi. La preside della scuola ha accolto la richiesta, pur precisando che la proiezione è stata solo temporaneamente sospesa.
"Evitare di confrontarsi su questi argomenti - ha affermato Conte - non credo sia la soluzione. Omofobia, depressione, suicidi sono, ahimè, molto attuali nella società. Dispiace quello che è successo a Treviso, ma preoccupano anche le reazioni omofobe di Roma: due situazioni che devono far riflettere tutta la nostra comunità".
Il secondo riferimento è alle frasi di carattere omofobo pronunciate da alcuni studenti durante la visione del film il 24 ottobre scorso nella capitale e che la stessa Teresa Manes ha segnalato con un post sui social: "*Froxio, *Ma quando s'ammaxxa, *Gay di mxxxa sono solo alcuni degli insulti rivolti a mio figlio. Ancora oggi, 12 anni dopo. Ancora oggi, anche se morto", aveva scritto la donna.
L'episodio romano ha "commosso e indignato" anche il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, che ha chiesto all'Ufficio scolastico regionale di "attivarsi per individuare i responsabili degli atti di volgare inciviltà avvenuti giovedì in platea. Voglio incontrarli e guardarli negli occhi. Mi auguro ci siano da parte delle scuole sanzioni severe nei loro confronti. Mi chiedo come sia possibile questa disumanità, il non avere neanche la compassione di sentire il dolore dell'altro, il dolore di una madre, il dolore di quel povero ragazzo", ha concluso.