Lavoro / Il punto

Contratto dei metalmeccanici: rotta la trattativa, si va verso lo sciopero

I sindacati proclamano anche il blocco di flessibilità e straordinari: "Se oggi paradossalmente volessimo firmare l'accordo propostoci, peggioreremmo le condizioni salariali rispetto al contratto scaduto e a quanto previsto dal patto della fabbrica"

ROMA. Si rompe la trattativa tra Federmeccanica-Assistal e Fiom, Fim e Uilm per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici 2024/2027.

È quanto emerso al termine del tavolo di oggi, a causa delle distanze riscontrate tra le parti sulle proposte relative agli aumenti salariali.

I sindacati - secondo quanto si apprende - hanno annunciato l'avvio della mobilitazione, con assemblee in tutti i luoghi di lavoro, fino allo sciopero di 8 ore su base territoriale, da programmare nelle prossime settimane, oltre al blocco delle flessibilità e degli straordinari.

I sindacati di categoria, in particolare, chiedono un aumento dei salari in tre anni di 280 euro mensili sui minimi per il livello medio. Le associazioni datoriali - che nella loro proposta estendono a quattro anni la vigenza del contratto - propongono invece di confermare l'aumento definito in base all'inflazione (Ipca-Nei).

Sulla base delle previsioni disponibili da parte dell'Istat, l'adeguamento dei minimi tabellari all'indice Ipca Nei sarebbe pari a 173,37 euro lordi per il livello C3 nel periodo 2025-2028, cifra da adeguare sulla base del dato effettivo.

"Se oggi paradossalmente volessimo firmare l'accordo peggioreremmo in maniera sostanziale le condizioni salariali dei lavoratori metalmeccanici rispetto al contratto scaduto del 2021 e su quanto previsto dal patto della fabbrica": così, in una nota, il segretario generale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano, dopo la rottura della trattativa con Federmeccanica e Assistal per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici.

"L'unico elemento di novità emerso oggi - spiega -, è stata la 'cortesia' di calcolare l'aumento salariale rispetto sulla proposta formulata in base ai dati Istat dei prossimi 4 anni, di 173 euro in quattro anni contro la nostra richiesta di 280 euro in tre anni".

"Nella proposta formulata - prosegue - si peggiora inoltre il meccanismo attuale di erogazione salariale, posticipando di 6 mesi il pagamento nei casi di scostamento tra inflazione prevista e consuntivata. La proposta formulata non ha considerato nemmeno l'elemento di professionalità, contrattato nel 2021, non erogato negli ultimi due aumenti contrattuali".

"Grave è la volontà di Federmeccanica e di Assistal di voler cambiare le regole del modello contrattuale che nella sostanza significa nessun aumento certo per i prossimi anni ma tutto legato all'andamento dell'inflazione": lo dicono in una nota unitaria Fim, Fiom e Uilm nazionali, dopo la rottura della trattativa sul rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici.

"Insignificanti - spiegano - sono state le risposte per quanto riguarda la stabilizzazione dei contratti di lavoro precari, come del resto non è stata data alcuna disponibilità per quanto riguarda la riduzione dell'orario di lavoro, per noi elemento significativo per affrontare una situazione industriale difficile".

Sono inoltre "mancati passi avanti anche su altre importanti parti normative: tra i principali welfare, previdenza formazione e inquadramento professionale, salute e sicurezza, appalti.

Su queste basi era per noi impossibile continuare il confronto". Fim, Fiom e Uilm confermano dunque di aver proclamato "lo stato di agitazione attraverso il blocco delle flessibilità e lo sciopero dello straordinario".

Inoltre sono state proclamate 8 ore di sciopero articolate con modalità da definire unitariamente a livello territoriale, da effettuarsi a partire dalla prossima settimana. "Al fine di coinvolgere i lavoratori e renderli consapevoli della grave rottura che si è consumata - concludono - verranno organizzate assemblee unitarie in tutti i luoghi di lavoro".

Per il segretario della Uilm, le associazioni datoriali hanno parlato "di contratto Esg, sostenibile sul piano sociale e ambientale, ma davanti alla nostra proposta che puntava a creare nuovi diritti e tutele contrattuali di sostenibilità sociale, di sostanza e non di titoli" non hanno "dato nessuna risposta" e la sostenibilità sociale è dunque "solo di facciata". "Oggi da quello che vediamo - conclude Uliano - ci troviamo di fatto davanti ad una rottura generata dalle associazioni imprenditoriali".

La replica della controparte industriale è affidata a una nota di Federmeccanica: "La nostra proposta è una risposta alle richieste del sindacato, ai bisogni dei lavoratori incidendo sulle varie dimensioni della persona", e "alle esigenze delle imprese incidendo su fattori di competitività, ai problemi sociali che potranno incidere negativamente su persone e imprese".

Secondo l'associazione datoriale la proposta prevede un beneficio economico potenziale, in presenza di tutte le condizioni previste, per un livello C3, nel periodo 2025-2028, che può arrivare a 7.010 euro.

"La nostra proposta - scrive l'associazione di categoria - è la risposta a chi dice che non vogliamo rinnovare il Ccnl nonostante le gravissime difficoltà del nostro settore".

In particolare, la proposta "riconosce benefici aggiuntivi rispetto all'adeguamento all'inflazione (Ipca Nei), con strumenti e modalità che tengono conto della grave situazione del settore". Con l'adeguamento ex post dei minimi tabellari all'Ipca Nei, sulla base delle stime ad oggi disponibili, "l'incremento totale sarebbe pari a 173,37 euro nel periodo 2025-2028".

"In più - prosegue la nota - sono previsti altri benefici che complessivamente, al verificarsi delle condizioni previste sui vari istituti, potranno determinare fino a 6.510 euro circa lordi come massa salariale al livello C3 nel periodo 2025-2028". A questa somma, "grazie agli incentivi sui flexible benefits i dipendenti potranno ricevere fino a 500 euro netti aggiuntivi nel periodo 2025-2028". A questo, sempre secondo Federmeccanica, il sindacato ha però risposto "con l'annuncio dell'apertura di una fase conflittuale".

 

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