La giornalista italiana Cecilia Sala arrestata a Teheran: è in cella di isolamento
Preoccupazione per la redattrice di Chora News che da tempo raccontava la situazione nel conflitto mediorientale: è stata fermata il 19 dicembre scorso, l'ambasciatrice italiana le ha fatto visita in carcere oggi, 27 dicembre. Prima dell'arresto, si trovava in Iran da una settimana con visto regolare, aveva raccontato nel suo podcast storie sul patriarcato nel Paese e sulla comica iraniana Zeinab Musavi, arrestata dal regime per gli sketch di uno dei suoi personaggi
TRENTO - Il ministero degli affari esteri rende noto che la giornalista italiana Cecilia Sala, in Iran per svolgere servizi giornalistici, è stata fermata il 19 dicembre scorso dalle autorità di polizia di Teheran.
Due telefonate: una alla madre, l'altra al suo compagno Daniele Raineri, giornalista del Post. Sono quelle che le autorità iraniane hanno concesso a Cecilia Sala, prima che la connazionale ricevesse oggi la visita dell'ambasciatrice italiana Paola Amadei per verificare le sue condizioni di salute e di detenzione nel carcere di Evin.
"Per le prime 24 ore - ricostruisce proprio Il Post sul suo sito - Sala è stata tenuta in custodia senza possibilità di comunicare con nessuno. Poi le hanno permesso di fare due telefonate, una alla famiglia e una al suo compagno, il giornalista del Post Daniele Raineri. Durante le telefonate, Sala ha detto di stare bene e di non essere ferita. È possibile che abbia dovuto leggere un testo scritto, perché ha usato alcune espressioni che non suonano naturali in italiano, ma sembrano più una traduzione dall'inglese. Non le è stato permesso di dare altre informazioni".
"Prima dell'arresto, Sala si trovava in Iran da una settimana. Aveva raccontato nel suo podcast storie sul patriarcato nel Paese e sulla comica iraniana Zeinab Musavi, arrestata dal regime per gli sketch di uno dei suoi personaggi. Aveva parlato anche con Hossein Kanaani, uno dei fondatori delle Guardie rivoluzionarie che per quasi mezzo secolo aveva contribuito a creare l'estesa rete di milizie filo-iraniane operanti in mezzo Medio Oriente", aggiunge Il Post.
In queste ore si rincorrono gli appeli dai mondi della politica, de giornalismo e della cultura, per la liberazione della giornalista, arrestata soltanto per aver svolto il proprio mestiere.
Cecilia Sala è una giornalista straordinariamente coraggiosa, che da due anni cura il podcast Stories per Chora News, il più seguito ogni giorno in Italia.
È abituata ad andare sul campo: non è una freelance, ma è regolarmente assunta da Chora, viaggia con tutte le tutele ed è entrata in Iran in accordo con le autorità, in modo regolare e trasparente. È una giornalista italiana che è stata arrestata mentre stava facendo il suo lavoro. Al momento non è stata formalizzata alcuna accusa", sottolinea Mario Calabresi, direttore e co-fondatore di Chora Media.
"Cecilia - ricorda Calabresi - è stata in Ucraina, per molte settimane al fronte, ma anche in Sudan, e poi in Iran, che è la sua passione. Anzi, le ragazze iraniane e il loro coraggio sono la sua passione: ci teneva a tornare lì, a parlare con tante amiche di cui ha raccontato le storie nel libro 'L'incendio', che ha scritto per Mondadori. Voleva dare voce a queste ragazze che non mettono più il velo, sognano una vita diversa, cercano la loro libertà".
Cecilia Sala, sottolinea ancora Calabresi, "ha ottenuto un regolare visto per otto giorni e ha cominciato a fare le sue interviste. Tre puntate del podcast sono già uscite e aveva materiale per realizzarne altre. Giovedì era al suo ultimo giorno, sarebbe ritornata in Italia venerdì. Nel primo pomeriggio, quando ci aspettavamo che mandasse la puntata, non è accaduto nulla e il suo telefono è rimasto muto. Fino alla mattina dopo non abbiamo saputo niente: abbiamo verificato che non aveva preso l'aereo di rientro e non aveva neanche fatto il check in.
Chiaramente con la famiglia e con il compagno, Daniele Raineri, abbiamo avvisato l'unità di crisi della Farnesina. È stata allertata l'ambasciata che ha mandato una persona all'aeroporto, ma di Cecilia non c'era traccia. Nella tarda mattinata di venerdì le è stato permesso di fare una breve telefonata alla madre, ma leggeva evidentemente un foglio con le poche frasi che poteva dire: quando la madre ha provato a chiederle dove fosse o perché fosse stata arrestata, si è limitata a ripetere 'non posso'.
Da quel momento abbiamo tenuto tutti i giorni i contatti con la Farnesina e palazzo Chigi, mantenendo il patto del silenzio con la speranza che potesse permettere una liberazione più veloce di Cecilia. Oggi la Farnesina ha ufficializzato l'arresto perché si è resa conto che la notizia non si poteva più tenere".
Da otto giorni nel carcere di Evin, "ieri Cecilia ha avuto la possibilità di una seconda telefonata e ha chiamato i genitori e il compagno", mentre oggi "ha potuto finalmente ricevere la visita dell'ambasciatrice che le ha portato vestiti, cibo, libri che speriamo le facciano avere. È in cella di isolamento, la situazione è molto angosciante", conclude Calabresi.
La Farnesina scrive: "Su disposizione del ministro degli affari esteri, Antonio Tajani, l'ambasciata e il consolato d'Italia a Teheran stanno seguendo il caso" dell'arresto della giornalista Cecilia Sala "con la massima attenzione sin dal suo inizio.
In coordinamento con la presidenza del bonsiglio, la Farnesina ha lavorato con le autorità iraniane per chiarire la situazione legale di Sala e verificare le condizioni della sua detenzione. Oggi l'ambasciatrice d'Italia Paola Amadei ha effettuato una visita consolare per verificare le condizioni e lo stato di detenzione della dottoressa Sala. La famiglia è stata informata dai risultati della visita".