Friuli / Il caso

Tragedia sul Natisone, la mamma di Patrizia: «La chiamata di soccorso messa in attesa»

Dopo la chiusura delle indagini, oggi, per la prima volta, ha potuto ascoltare la voce della figlia, nelle varie telefonate disperate: la ragazza di 19 anni è morta, assieme ai due amici Bianca Doros e Cristian Molnar, dopo essere stata travolta dall'improvvisa piena del fiume

TRIESTE - Dopo la chiusura delle indagini, oggi, per la prima volta, la signora Mihaela, mamma di Patrizia Cormos, la ragazza di 19 anni morta, assieme ai due amici Bianca Doros e Cristian Molnar, dopo essere stata travolta dall' improvvisa piena del fiume Natisone, ha potuto ascoltare la voce della figlia, nel corso delle varie telefonate che i ragazzi avevano fatto ai soccorritori.

"I ragazzi sono stati messi in attesa, senza alcun sostegno - ha commentato al termine la donna ai media locali in modo molto critico - Ci chiediamo come sia potuta accadere una cosa del genere. Chiunque chiami per chiedere aiuto non dovrebbe mai essere messo in attesa. Chi risponde dovrebbe cercare di rassicurare, di offrire una parola di conforto, e non lasciare che l'unico suono in linea sia una musica di sottofondo". La parte più drammatica delle telefonate è quando la ragazza lancia il suo ultimo appello: "Non abbiamo più tempo - dice ai soccorritori - non ce la facciamo più. Solo un elicottero può salvarci".

Fu un'agonia di 41 minuti, quelli trascorsi dalla prima richiesta di soccorso all'arrivo della piena che trascinò i tre ragazzi sul greto del Natisone, tre minuti prima dell'arrivo dell' elicottero dei soccorsi giunto da Pasian di Prato (Udine).

Se fosse stato allertato tempestivamente, quel velivolo sarebbe giunto sul posto una decina di minuti prima, forse con un esito diverso per i tre giovani. I soccorritori però, inizialmente avevano chiesto l'intervento di un altro elicottero, di stanza a Venezia, più lontano, e solo dopo hanno fatto alzare in volo quello di Udine. 

La Procura di Udine è giunta a questa conclusione nell'inchiesta per la morte di Bianca Doros, 23 anni, Patrizia Cormos, 21, e Cristian Molnar, 25. Per gli inquirenti, 4 soccorritori, «mediante condotte colpose concorrenti per imperizia, negligenza e imprudenza, hanno cagionato la morte dei tre», sorpresi dalla piena. Il reato è omicidio colposo ed è contestato a 3 vigili del fuoco della sala operativa di Udine e ad un infermiere della sala operativa sanità Fvg, che ora rischiano il processo. 

Per gli inquirenti la prima telefonata di richiesta aiuto giunge alle 13.29, i decessi avvengono attorno alle 14.10, come testimoniano i video dei passanti, che hanno fatto il giro del mondo, con i ragazzi stretti in un tragico abbraccio. Apprese le contestazioni, il capo del Dipartimento dei vigili del fuoco Attilio Visconti ha espresso «completa fiducia nell' operato della magistratura ai fini dell' accertamento delle responsabilità» e «profonda vicinanza alle famiglie delle vittime».

Nell'inchiesta si accusano, a vario titolo, i tre vigili del fuoco della sala operativa per aver «omesso di visualizzare immediatamente le coordinate geografiche del luogo da cui era stata fatta la chiamata» e non hanno compreso l'urgenza: occorreva far decollare subito il velivolo più vicino ai ragazzi, il «Doppio India» di Pasian, partito solo alle 14.07 e giunto alle 14.13, quando i ragazzi erano già stati trascinati via. Invece hanno inviato due squadre di terra, peraltro prive di attrezzatura idonea - i pompieri ci provarono eroicamente aggrappati a delle funi, rischiando di essere a propria volta travolti - ma hanno allertato il reparto volo dei pompieri di Venezia.

comments powered by Disqus