Papa Francesco in una lettera precedente al ricovero: “Perdonate i tradimenti”
Bergoglio a una donna tradita: “Può chiedere a suo marito di fare insieme un cammino di accompagnamento, ad esempio alcuni incontri con una coppia cristiana impegnata a sostenere le coppie ferite, condividendo le esperienze di vita, le difficoltà, il perdono, la riconciliazione"
VATICANO. "Non è facile perdonare, soprattutto quando si è traditi nell'amore, nelle parole, nella fiducia. L'amore nel matrimonio va sempre migliorato" ma "se c'è l'amore, l'amore è capace di pazientare, ricucire, riparare". Lo scrive papa Francesco dalle pagine di "Piazza San Pietro", il mensile che esplora temi di fede, spiritualità e vita quotidiana, rispondendo, come ogni mese, a una delle lettere a lui indirizzate. È quella di una donna tradita dal marito e che si interroga se perdonare. Precedentemente al suo ricovero, il Papa ha dunque dato attenzione al caso di Catia.
"Il perdono è un atto libero, personale, che trae forza dallo spirito, dalla grazia e dall'amore di Dio", scrive il Pontefice che spinge al perdono, suggerendo un percorso ben definito: "Catia, lei può chiedere a suo marito di fare insieme un cammino di accompagnamento, ad esempio alcuni incontri con una coppia cristiana impegnata a sostenere le coppie ferite, condividendo le esperienze di vita, le difficoltà, il perdono, la riconciliazione".
Francesco ricorda però anche quanto scriveva nell'Esortazione Amoris Laetitia: "In alcuni casi la considerazione della propria dignità e del bene dei figli impone di porre un limite fermo alle pretese eccessive dell'altro, a una grande ingiustizia, alla violenza, o a una mancanza di rispetto diventata cronica. Bisogna riconoscere che ci sono casi in cui la separazione è inevitabile".
"La riconciliazione e il perdono sono comportamenti, esempi che possono qualificare la vita delle nazioni e delle persone.
Per il cristiano sono la via maestra. Non è semplice, questo non ce lo siamo mai nascosto, ma rendono la vita profumata di Dio", commenta il direttore editoriale di Piazza San Pietro, padre Enzo Fortunato.