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Rogo in una concessionaria Tesla a Roma, tra le ipotesi il dolo

Al vaglio immagini delle telecamere, bruciate poco prima dell'alba 17 vetture elettriche. Intanto negli Usa cresce il movimento Tesla Takedown, nato per protestare contro l'appoggio di Elon Musk ai partiti di estrema destra e contro il ruolo del megamiliardario nell'amministrazione Trump per tagliare servizi e posti di lavoro nel settore pubblico

ROMA - Si indaga a 360 gradi per far luce sulle cause del maxi rogo divampato nella notte in una concessionaria Tesla alla periferia di Roma che ha coinvolto 17 auto. Sul posto vigili del fuoco e polizia che indagano sull'accaduto. Le fiamme sono state spente dai pompieri e sono stati effettuati rilievi.

Gli investigatori vaglieranno le immagini delle telecamere di videosorveglianza. Al momento non si può escludere nessuna ipotesi, compreso il dolo.

È accaduto intorno alle 4.30 di questa mattina in via Serracapriola, in zona Torrenova, in periferia. Non si registrano feriti. L'incendio ha interessato parzialmente la struttura in cui erano parcheggiate le vetture.

Negli Usa da settimane si svolgono proteste, anche davanti ai concessionari Tesla, contro Elon Musk che partecipa al governo di estrema destra di Donal Trump negli Usa e fiancheggia forze sovraniste e xenofobe in Europa, come la Afd in Germania.

Musk, come noto, è anche in rapporti molto amichevoli e di grande stima con la premier italiana Giorgia Meloni.

Negli Usa migliaia di attivisti scendono in piazza per protestare contro Elon Musk ma anche contro i suoi tagli al governo, attuati tramite l'agenzia che dirige.

Davanti a oltre 200 concessionari Tesla negli Stati Uniti e in varie città europee, molti manifestanti hanno chiesto che il miliardario lasci l'incarico all'interno dell'amministrazione Trump, dove con il suo Dipartimento per l'Efficienza del Governo punta a ridurre gli sprechi e gli abusi e tagliare il deficit di 1.000 miliardi.

Il movimento 'Tesla Takedown', nato per protestare contro il first buddy, ha indetto il giorno di protesta con l'obiettivo di raggiungere 500 manifestazioni in tutto il mondo.

La campagna avviata punta a convincere i proprietari di Tesla a cedere i loro veicoli e agli azionisti a vendere le loro azioni nel colosso delle auto elettriche, da cui Musk trae la maggior parte della sua ricchezza.

"È un peccato che Musk abbia deciso di usare il suo potere e la sua ricchezza per portare avanti sforzi negativi", ha detto Austin Naughton, che gestisce la pagina Facebook di una delle organizzazioni che ha promosso la protesta a Washington.

"Sono stanca di miliardari che calpestano la classe operaia", ha detto Alainn Hanson ai microfoni di Cnn mentre protestava contro Musk in Minnesota. Davanti al concessionario Tesla di New York tra le 500 e le 1.000 persone si sono riunite rispondendo all'appello degli ambientalisti di Planet Over Profit, convinti che "fermare Musk aiuterà a salvare vite umane e a proteggere la nostra democrazia".

Secondo diversi manifestanti, convinti che Musk debba lasciare il suo incarico all'interno dell'amministrazione, il miliardario sta "tagliando i dipendenti federali per arricchirsi, non per aiutare gli americani". La ministra della Giustizia Pam Bondi e il direttore dell'Fbi Kash Patel hanno definito nei giorni scorsi gli atti di protesta contro Tesla come "terrorismo domestico". L'Fbi si è spinta fino a creare una task force per "reprimere gli attacchi violenti" contro Tesla dopo che diversi incidenti si sono succeduti nelle ultime settimane.