Francia / Il caso

Frode sui finanziamenti, Marine Le Pen condannata all'ineleggibilità: salta la candidatura alle presidenziali

Cinque anni di sospensione dell'idoneità a ruoli pubblici, 4 anni di carcere due dei quali con braccialetto elettronico. Il tribunale di Parigi, che oggi ha ritenuto colpevoli anche altri 8 europarlamentari di estrema destra del Rassemblement National, parla di una distrazione di 2,9 milioni di euro per il contribuente europeo, "facendo pagare al Parlamento Ue delle persone che lavoravano in realtà per il partito" al livello nazionale. La sentenza è contestata da Putin e da Orban che solidarizzano con le Pen

PARIGI

PARIGI - Marine Le Pen e 8 eurodeputati sono stati ritenuti colpevoli di appropriazione indebita nel processo sui fondi Ue destinati agli assistenti degli eurodeputati del Rassemblement National al Parlamento europeo di Strasburgo.

Per Le Pen cinque anni di sospensione immediata da ruoli pubblici e 4 anni di carcere due dei quali con braccialetto elettronico. Significa che, salvo un clamoroso dietrofront con sospensiva durante l'appello, la leader storica del'estrema destra francese non potrà candidarsi alle prossime presidenziali, potrebbe farlo invece il suo giovane "delfino" Jordan Bardella, presidente del Rassemblement National, che potrebbe ricollocare il partito su posizioni ancora più oltranziste, xenofobe e sovraniste. Intanto, ha commentato così la sentenza: «Oggi, non è solo Marine Le Pen che viene ingiustamente condannata. È la democrazia francese che viene giustiziata».

L'accusa aveva chiesto 5 anni di cui 3 con la condizionale e l'ineleggibilità con effetto immediato, senza attendere i successivi gradi di giudizio.

La contestazione riguarda l'uso illecito dei fondi che anziché riguardare attività parlamentari sarebbero andati a quelle del partito.

Tutti i funzionari eletti, compresa Marine Le Pen, sono stati condannati all'ineleggibilità.

I nove europarlamentari, tra cui Marine Le Pen, e i dodici assistenti parlamentari oggi dichiarati colpevoli al tribunale di Parigi hanno firmato dei ''contratti fittizi'', nel quadro di un vero e proprio ''sistema'' di appropriazione indebita all'interno del Rassemblement National: è quanto dichiarato dalla presidente del tribunale, Bénédicte de Perthuis, nel giorno delle sentenza a Parigi.

La vicenda è quella dell'uso improprio di fondi Ue per pagare gli assistenti.

''È stato accertato che tutte queste persone lavoravano in realtà per il partito, che il loro deputato (di riferimento) non aveva affidato loro alcun compito'' e che ''passavano da un deputato all'altro'', ha precisato la magistrata, aggiungendo: ''Non si trattava di mutualizzare il lavoro degli assistenti quanto piuttosto di mutualizzare le risorse dei deputati''. De Perthuis ha poi avvertito: ''Che le cose siano chiare: nessuno viene processato per aver fatto della politica, non è il tema. La questione è sapere se i contratti sono stati eseguiti o meno".

Le Pen ha lasciato la sala delle udienze al tribunale di Parigi prima della pronuncia della sentenza da parte dei giudici.  Le Figaro descrive una Le Pen ''visibilmente esasperata'' dopo la condanna all'ineleggibilità con esecuzione immediata. Ma si attende ancora di sapere la durata di questa ineleggibilità.

Il tribunale di Parigi, che oggi ha ritenuto colpevoli Marine Le Pen e altri 8 europarlamentari del Rassemblement National nello scandalo degli assistenti parlamentari a Strasburgo, ritiene che il caso abbia rappresentato una frode da 2,9 milioni di euro per il contribuente europeo, "facendo pagare al Parlamento europeo delle persone che lavoravano in realtà per il partito" al livello nazionale e non al livello Ue. Poco dopo l'apertura dell'udienza, questa mattina alle 10:20, il tribunale di Parigi ha dichiarato colpevoli di appropriazione indebita 9 europarlamentari RN, tra cui Le Pen, che oggi si gioca il suo avvenire politico.

Dichiarati colpevoli per ricettazione anche i dodici ex assistenti parlamentari presenti in tribunale. Per la leader RN l'accusa ha chiesto 5 anni di cui 3 con la condizionale e l'ineleggibilità con effetto immediato, senza attendere i successivi gradi di giudizio.

 In aula, al tribunale di Parigi, Marine Le Pen, vestita di blu, è seduta in prima fila, al fianco del suo ex

Il processo sugli assistenti dei deputati del Rn a Strasburgo è durato due mesi in autunno e la sentenza rischia di cambiare per sempre la carriera politica della leader figlia del fondatore del Front National, Jean-Marie Le Pen, scomparso a 96 anni lo scorso gennaio. L'atteggiamento che Marine Le Pen ha scelto in queste settimane per abbassare la tensione è quello dell'ostentazione di serenità: "Non ci penso affatto - ha dichiarato qualche giorno fa a Le Figaro - la paura non fa superare il pericolo".

La condanna di Marine Le Pen è una "violazione delle norme democratiche", scrive il Cremlino dopo la sentenza del tribunale di Parigi.

Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ha espresso solidarietà alla leader del Rassemblement National (Rn), Marine Le Pen, giudicata colpevole di appropriazione indebita di fondi pubblici. "Je suis Marine!" ha scritto su X il primo ministro, riecheggiando lo slogan 'Je suis Charlie' utilizzato per esprimere solidarietà al settimanale satirico francese Charlie Hebdo dopo l'attentato terroristico del 2015. Il partito di Orban, Fidesz milita insieme al Rn nel gruppo dei Patrioti al Parlamento europeo.