Femminicidio

I giudici: "Turetta non accettava l'autonomia di Giulia"

Le motivazioni della condanna all'ergastolo dell'omicida di Giulia Cecchettin. E sull'esclusione dell'aggravante della crudeltà: "Le 75 coltellate conseguenza dell'inesperienza. Aggressione durata 20 minuti, Giulia si è resa conto che stava morendo"

VENEZIA

VENEZIA. La dinamica dell'omicidio di Giulia Cecchettin non permette di "desumere con certezza, e al di là di ogni ragionevole dubbio", che Filippo Turetta volesse "infliggere alla vittima sofferenze gratuite e aggiuntive", e "non è a tal fine valorizzabile, di per se, il numero di coltellate inferte".

Lo spiega la Corte D'Assise di Venezia, nella motivazioni con cui ha escluso l'aggravante della crudeltà per la condanna all'ergastolo dell'omicida. Per i giudici, aver inferto 75 coltellate non sarebbe stato "un modo per crudelmente infierire o per fare scempio della vittima", ma "conseguenza della inesperienza e della inabilità" di Turetta.

L'aggressione a Giulia Cecchettin è durata complessivamente circa 20 minuti, "lasso di tempo durante il quale ha avuto la possibilità di percepire l'imminente morte". Lo scrivono i giudici della Corte d'Assise di Venezia, motivando la condanna all'ergastolo di Filippo Turetta. "A tal fine - aggiunge il collegio - manca tuttavia la prova che l'aver prolungato l'angoscia della vittima sia atto fine a sé stesso, frutto della deliberata volontà dell'imputato di provocarle una sofferenza aggiuntiva e gratuita".

Filippo Turetta è stato condannato all'ergastolo senza attenuanti generiche per "l'efferatezza dell'azione, della risolutezza del gesto compiuto e degli abietti motivi di arcaica sopraffazione che tale gesto hanno generato: motivi vili e spregevoli, dettati da intolleranza per la libertà di autodeterminazione della giovane donna, di cui l'imputato non accettava l'autonomia delle anche più banali scelte di vita". Lo scrive la Corte d'Assise di Venezia nella motivazione della sentenza, pronunciata il 3 dicembre scorso nei confronti dell'assassino di Giulia Cecchettin.