La cicogna, insieme al bebé,ci porta anche le cambiali

di Renzo Moser

Mi devo correggere: avevo scritto che i figli, in Italia, sono un lusso da tassare. Non è così. Non solo, almeno: abbiamo scoperto che sono anche una irripetibile occasione per indebitarsi. A tasso agevolato, naturalmente. Lo abbiamo scoperto leggendo i contenuti del decreto legge anticrisi varato dal governo Berlusconi venerdì scorso, che offre numerosi spunti interessanti, anche se il dibattito, e le polemiche, che ne hanno accompagnato la presentazione si sono limitati solo ad alcuni di questi numerosi aspetti. Magari a quelli di più immediata presa mediatica, come l'aumento Iva per le pay-tv e la pornotax. Ma si potrebbe dire molto anche sul taglio al bonus per il risparmio energetico che, grazie alla retroattività del provvedimento, rischia di inguaiare chi ha investito sulla casa contando su agevolazioni che Tremonti ha pensato bene di far sparire.
Quello che più mi ha colpito, però, anche alla luce dell'ultima discussione sul blog, è il capitolo dei baby prestiti. Il bonus bebé, che nel corso dell'ultima campagna elettorale nazionale era un contributo a fondo perduto alle famiglie (come peraltro il governo Berlusconi aveva già fatto, con i famosi mille euro), è infatti diventato un baby prestito. Più o meno un terzo delle famiglie italiane, per le quali si prevede l'arrivo di un figlio nel 2009, potranno usufruire di un prestito di 5mila euro, restituibile in 5 anni con un tasso agevolato, pari al 4%. Niente male. Proprio quello che ci voleva per le famiglie italiane, che non hanno bisogno di più asili nido pubblici, di sconti fiscali, di posti di lavoro part time e flessibili per le mamme (o i babbi). Meglio un gruzzoletto da spendere, per sostenere i consumi, salvo poi doverlo restituire. In comode rate.


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