Garantismo per i politici, giustizialismo per i presunti stupratori. La schizofrenia indotta dalle pulsioni della "piazza"

di Fabrizio Franchi

 

I mass media sulle disgrazie in qualche modo ci vivono. Ecco perché nonostante i mal di pancia del ministro Sandro Bondi e del suo premier Silvio Berlusconi, campeggiano nei titoli dei Tg e dei giornali le notizie di stupri, violenze, omicidi e quant'altro. Notizie peraltro impossibili da censurare, perché colpiscono le comunità, costringono i cittadini a guardare in faccia il male che esiste da sempre.

Tuttavia vorrei sottolineare qui un aspetto diverso e un certo uso strumentale delle notizie fatta dalla politica che parla alla pancia, allo stomaco dei cittadini, invece che alla loro testa. Paradigmatico è il caso degli stupratori – presunti – di Guidonia. Tanto più se paragonati ai politici che finiscono in carcere. Si è di nuovo rispolverato il luogo comune degli scarceramenti facili, dei magistrati che “liberano” i delinquenti, invece di tenerli in carcere.

Sarebbe opportuno un maggior raziocinio da parte di tutti, perché è stata proprio una parte politica a costruire la sua fortuna sul “garantismo”, che viene gettato a mare quando questo “garantismo” deve essere applicato a dei poveracci o a degli emarginati. Le condanne le danno i giudici nei processi e fino a quel momento anche i romeni accusati dello strupro di Guidonia, così come il giovane italiano stupratore di Roma nel giorno di Capodanno, sono da considerarsi innocenti.

Curioso è invece il metro di giudizio. Lo stupratore emarginato è da condannare, subito e sulla pubblica piazza, meglio se con un linciaggio. I politici accusati di tangenti (in Abruzzo, a Pescara, a Napoli), siano del Pd o del Pdl, vanno liberati.

Bene sarebbe sottolineare ai politici che si ergono a giudici davanti ai giovani criminali, che gonfiano il petto di indignazione per gli arresti domiciliari, che quelle leggi che i giudici applicano, le hanno fatte proprio loro in Parlamento, magari pensando proprio a limitare il potere dei magistrati.

Insomma, c'è troppa schizofrenia, per non parlare di certe misure che vengono prese troppo spesso sull'onda della rabbia popolare. Ed è un male: perché si fanno scelte affrettate per accontentare la piazza e un politico è pagato per il bene comune, qualche volta anche facendo scelte impopolari.

E così, personaggi come Maurizio Gasparri, si distinguono in giravolte incredibili nel giro di 24 ore. Martedì, di fronte al rinvio a giudizio del ministro Fitto, suo compagno di partito, il capogruppo del Pdl in Senato ha sostenuto che i giudici sbagliano perché Fitto ha dimostrato il suo valore dentro il governo. Che non si capisce bene cosa c'entri con un'ipotesi di reato su degli appalti. Il giorno dopo, sapendo che Santoro ha invitato ad Annozero Gioacchino Genchi, il consulente di Luigi De Magistris indagato per violazione della privacy, ha chiesto una sorta di censura per un uomo che è al momento solo indagato. Se bastasse questo per subire una censura, quanti uomini politici non dovrebbero più parlare in tv? Evidentemente il "garantismo” vale solo se riguarda Silvio Berlusconi e i suoi processi. Se riguarda un delinquente comune va bene il giustizialismo e si deve tornare alla forca.

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