Racz: un mostro in galera, ma era solo un poveraccio. E ora chi lo ripaga?

di Fabrizio Franchi

Karol Racz è stato liberato ed è finito con tutti gli onori a Porta a Porta. Politici, giornalisti  e magistrati hanno ricevuto così l'assoluzione dal cardinalizio Bruno Vespa e hanno tirato un sospiro di sollievo. Dopo aver passato settimane a dipingerlo come un "mostro" e ad accusarlo di tutti i delitti possibili e immaginabili (stupratore, "faccia da pugile" e via con altri epiteti) e che probabilmente ha ricevuto in carcere anche qualche pugno, il romeno ora diventa utile per la favola da rivendere in tv: "La giustizia trionfa"!
Ma ripensiamo a quello che è successo prima. Insulti, arresti, infamie, accuse reiterate da parte di questura di Roma e magistrati e politici di centrodestra eccitati come se avessero trovato una preda. C'è stato un solo politico che ha saputo andare controcorrente ancora settimane fa: il deputato Giancarlo Lehner del Pdl che, sfidando luoghi comuni, riprovazioni e insulti è andato in carcere a trovare Racz e Alexandru Isztoika Loyos, il cosiddetto "biondino" indagato insieme a Racz per lo stupro della Caffarella a Roma. Sarà forse un caso, ma Lehner è soprattutto giornalista e ha voluto sfidare certe tesi troppo facili e ha voluto toccare con mano e ha subito detto che i due sarebbero stati scarcerati. Troppi gli elementi in contraddizione, troppe le incongruenze. Lo stesso coraggio controcorrente che dimostrò la radicale Rita Bernardini a febbraio andando a fare visita agli accusati dello stupro di Guidonia e per questo fu insultata anonimamente da tanti finti coraggiosi, via mail. Ma il punto è quello di sempre: ossia di come l'opinione pubblica, smossa nelle viscere, scatti contro il "mostro", contro il "Girolimoni" di turno e condanni a prescindere. La politica è cambiata. Ci ha cambiato. Siamo passati dal garantismo a prescindere verso i colletti bianchi e i politici, all'essere forcaioli contro i poveracci.
Racz sarà contento di aver fatto la sua comparsata a Porta a Porta. Ma il salotto di Vespa non può essere la lavatrice che pulisce politici, giornalisti, poliziotti e magistrati dai macroscopici errori fatti e dalla ripetizione pervicace di questi errori.

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