La memoria cortae le tragedie ricorrenti

di Renzo Moser

terremoto abruzzoDi fronte al dramma dell'Abruzzo, sotto il peso di quegli oltre 260 morti, anche il “piano casa” messo a punto da governo e regioni si è fermato. Si è fermato (dovrebbe approdare in consiglio dei ministri dopo Pasqua) per una serie di ragioni, la più importante delle quali, probabilmente, è questa: non solo non si faceva cenno, nel testo concordato, alle norme antisismiche, ma l'inevitabile allentamento di verifiche e controlli che una misura anticongiunturale porta con sé, con la semplificazione del sistema delle autorizzazioni, non avrebbe dato sufficienti garanzie su un fronte delicatissimo. Non che allo stato attuale le cose vadano bene: come ha evidenziato un'inchiesta del Sole 24 Ore, le regole antisisma, che pure esistono, sono di fatto congelate al 2005. Allora si era mossi dal ricordo della tragedia del 2002, in Molise, quando persero la vita 27 bambini. Ma delle tragedie ci si dimentica in fretta e così, di proroga in proroga, quelle norme per la messa in sicurezza degli edifici non sono mai entrate in vigore. Una vergogna che non ha colore politico, visto che ha firmare le proroghe sono stati governi di centrosinistra e di centrodestra. Una vergogna bipartisan. Stavolta non succederà, assicurano in coro ministri e leader politici, annunciando una stretta sui controlli e pacchetti di incentivi per gli interventi antisismici da inserire proprio nell'imminente piano casa. Speriamo che sia così. Ma una cosa è certa: senza quei 260 morti e più, di norme antisismiche nel piano casa non ci sarebbe stata traccia. C'è voluta una tragedia, l'ennesima, per ricordarsene.

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