La par condicio infastidisce: fermate le reti Rai
Tra un mese ci sono le elezioni regionali. Come sempre, in caso di elezioni, scatta la legge sulla par condicio che obbliga le televisioni e le radio a contingentare i tempi dedicati alle forze politiche. Una legge che Silvio Berlusconi ha sempre visto come il fumo negli occhi, perché impediva alle reti Mediaset di poter fare campagne a tambur battente e le obbligava a dare voce anche ai partiti minori, oltre che a quelli di opposizione.
Siccome in questa italica terra lo sport nazionale è quello di rendersi geniali nell'aggirare le leggi, ieri il centrodestra ha deciso di interpretare la legge sulla par condicio a modo suo: fermando i programmi di approfondimento sulle reti Rai fino alla fine delle elezioni. Niente Ballarò, niente Annozero, niente Porta a Porta. Non è che la salute mentale dei teleutenti ne risentirà, anzi. Il problema è però che tutti i programmi sulle reti Mediaset sono leciti, anche se dovranno rispettare l'apparenza della par condicio. Ma di fronte allo zero assoluto delle reti Rai, qualcosa Mediaset inventerà. Basterà fare programmi contenitori notturni in cui riversare il bla bla delle opposizioni e dare alla maggioranza il palcoscenico della prima serata e così formalmente sarà rispettato il vincolo dei tempi.
Del resto queste elezioni sono un test troppo importante. Molti sondaggi danno il centrosinistra in perdita rispetto alle regionali di cinque anni fa, ma in tenuta rispetto alle elezioni politiche di due anni fa e alle europee. Politicamente conta il dato più ravvicinato. Cosicché il Cavaliere ha già detto ai suoi che su tredici regioni alle urne, ne vuole almeno cinque per non dire che ha perso. Con sei sarebbe più tranquillo.
E allora tutto va bene: anche aggirare la legge sulla par condicio, legge complicata che fu fatta per mettere un freno all'uso politico invasivo della tv che ne faceva il Cavaliere. In fin dei conti basterebbe agire con buon senso, dando la parola a tutti. Ci sono televisioni, che non dovendo pagare dazi politici (Sky, La7) non usano il bilancino nei tempi dedicati alle forze politiche e alla fine hanno sempre dato il giusto spazio a tutti. Ma i proprietari di Sky e de La7 non sono presidenti del consiglio...