Incentivi anti crisi: Provinciabatte governo 4-1
Il consiglio dei ministri ha varato il decreto legge con gli incentivi per i settori in crisi. L’intervento del governo mobilita risorse per 300 milioni di euro. Come sono finanziati? Per 200 milioni con entrate fiscali, che dovrebbero (?) arrivare dalla lotta all’evasione, per 50 milioni con il Fondo finanza d’impresa e per ulteriori 50 milioni con credito d’imposta.
Il consiglio dei ministri ha varato il decreto legge con gli incentivi per i settori in crisi. L’intervento del governo mobilita risorse per 300 milioni di euro. Come sono finanziati? Per 200 milioni con entrate fiscali, che dovrebbero (?) arrivare dalla lotta all’evasione, per 50 milioni con il Fondo finanza d’impresa e per ulteriori 50 milioni con credito d’imposta. Il governo ha dato ampio risalto al provvedimento, presentandolo come un’efficace misura anticongiunturale, e accompagnando l’illustrazione dei dettagli con qualche roboante affermazione, come è nello stile del premier. Il quale ha assicurato: «Certamente non lasceremo nessuno senza lavoro». Il ministro per lo sviluppo economico, Claudio Scajola, gli ha fatto eco: «È uno stimolo che abbiamo voluto dare al consumo e ai settori industriali maggiormente in crisi, per dare una scossa».
Ma per avere almeno un’idea dell’impatto che il decreto incentivi potrà avere sulla ripresa dell’economia nazionale, più che concentrarsi sui singoli settori di intervento (motocicli elettrici, abitazioni, elettrodomestici, cucine, macchine agricole, gru, motori per la nautica), possiamo azzardare un paragone con il pacchetto di stimoli che la ricca, ma piccola, piccolissima, Provincia autonoma di Trento ha messo in campo: 1 miliardo 198 milioni, divisi tra 2009 (935 milioni di euro) e 2010 (263 milioni di euro). La manovra supera il 7% del prodotto interno lordo trentino. Non si può certo dire altrettanto del pacchetto incentivi varato dal governo. Trento batte Roma 4-1.