Fonzie, Ale e Silvio

di Guido Pasqualini

FONZIE ANDREATTA.
Al di là della personale simpatia che il sindaco di Trento suscita e della comprensione che ogni persona merita all’errore commesso per la prima volta, Alessandro Andreatta ha sbagliato due volte. All’indomani della notizia del ritiro della sua patente per aver superato il limite di 0,5 grammi d’alcol per litro, il sindaco avrebbe potuto limitarsi a tre affermazioni: ho sbagliato, chiedo scusa ai cittadini, non lo faro più. E invece no, via con le descrizioni minuziose della serata a base di carte e politica, del menù orgogliosamente trentino e delle quantità d’alcol bevuto - tre bicchieri di Teroldego e un caffè corretto grappa - che, eseguendo un test facilmente reperibile in internet, peraltro non corrispondono al livello fissato nella prova richiesta dai carabinieri. Andreatta, per chi ha l’età, ci ha ricordato tanto l’Arthur Fonzarelli, alias Fonzie, di «Happy Days», quello che riusciva soltanto a biascicare «ho sb...» senza mai ammettere l’errore commesso. Forza sindaco, ce la può fare.

MEGLIO ALE DI SILVIO.
L’uscita di Gianfranco Fini è stata rischiosa ma alcune questioni poste sono corrette. Tuttavia chi sta nel Pdl deve dare Berlusconi per scontato anche se i toni usati da entrambi davanti alle telecamere sono stati sgradevoli». I giudizi sono del senatore trentino Giacomo Santini. Legittimi, anche perché il politico è esponente di spicco del Pdl. Sarebbero stati ancora più appropriati se Santini avesse partecipato all’infuocata kermesse romana. Ha privilegiato invece il Giro del Trentino di ciclismo. Così invece di stare sotto il palco dell’auditorium della Conciliazione ha preferito salire sul palco delle premiazioni di via Rosmini a Trento. Da SB ad AB: meglio l’Ale (Bertolini) sul viale del Silvio (Berlusconi) nazionale.

TRA REALE E VIRTUALE.
Tornano gli spazzini di quartiere, annuncia il Comune di Trento. Ci sarebbe da gioire se non fosse per due postille, non indifferenti: tornano perché scelleratamente erano stati soppressi; tornano ma solo a livello sperimentale a Gardolo e Meano. Ma se la sporcizia, centro storico a parte, è reale in tutta la città, cosa c’è ancora da sperimentare?  

TUTTI CONTRO TUTTI.
Ha ragione il presidente Lorenzo Dellai a sottolineare che la qualità didattica della scuola trentina non dipende dai 50 o 60 minuti della durata delle lezioni. La questione è riuscita però ad avvelenare il clima interno agli istituti: insegnanti contro altri insegnanti, docenti contro genitori e studenti, sindacati contro sindacati. Dopo le proteste contro la riforma, non se ne avvertiva davvero il bisogno. La ciliegina finale su una torta avvelenata.

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