La cantina di La Vise l'esonero (finto) del mister
La cantina di La Vis, che fino a poco tempo fa si accreditava come il terzo polo del vino in Trentino, accanto ai due colossi Cavit e Mezzacorona, è oggi alla disperata ricerca di liquidità per poter pagare gli acconti ai soci sulla vendemmia 2009. L’«arrivano i nostri», che risuona da piazza Dante, non basta a calmare il furore dei soci, che marciano su Trento a bordo dei loro trattori.
Con chi ce l’hanno? Con la Provincia? Con i vertici di La Vis? Con loro stessi, che da soci hanno avallato negli anni una gestione che alla lunga si è rivelata fallimentare, ma che negli anni aveva garantito loro liquidati generosi?
Una cosa è certa: pochi giorni fa, il dirigente generale del Dipartimento agricoltura e alimentazione della Provincia, Mauro Fezzi, è intervenuto con una nota, nella quale ha di fatto messo sotto accusa non il «sistema», ma la gestione ordinaria di singole cantine da parte dei rispettivi amministratori. Se si vuole un colpevole, lì bisogna cercare, era la sostanza dell’intervento.
E infatti la stessa Provincia ha deciso che qualcosa, nella «governance» della cantina La Vis, non andava, e infatti ne ha diposto il commissariamento. Un atto drastico, una risposta a una situazione di emergenza.
Come quando il presidente di una squadra di calcio costruita per lottare in Champions si ritrova in zona retrocessione. Che succede? Si esonera l’allenatore. Allo stesso modo ha deciso di esonerare il vertice di La Vis. Anzi no. Perché il nuovo mister, il commissario Marco Zanoni, ha confermato il direttore nelle sue funzioni Fausto Peratoner, cioé colui che, almeno sulla carta, porta sulle sue spalle la responsabilità dell’attuale stato della cantina. Chi ci capisce qualcosa?