Un piatto di pastacon due forchette

di Vittorio Colombo

<Un piatto di pasta, con due forchette. E acqua naturale,... grazie… danke…>,  ha un tono di voce pacato, che non tradisce emozioni, un tono da <così e se vi pare, e anche se non vi pare> un mio amico che ha una avviata attività, di pizzeria e ristorazione tipica, in centro storico a Riva.

<E’ capitato alcune sere fa, ma ormai ci abbiamo fatto il callo, - dice. - Una coppia, occupa un tavolino all’aperto ed è un piatto di pasta in due. Sette, otto euro,.. è tutta la loro cena e, in una delle sere fortunate che non piove, è uno dei nostri introiti. Diciamo che è un caso, ma credetelo, non limite… di questo nostro turismo>.

Racconto cose vere. E dunque, riferisco altre cose che il mio amico ristoratore mi esterna. <Lo scorso anno, a conti fatti, ogni persona spendeva in media 15 euro. Quest’anno si è scesi a 10 o meno per persona. Sono sparite le ordinazioni di carni e di contorni, ci si ferma alla pizza o al piatto di pasta>.

Poi questo mio amico va al computer, smanetta e dice, <In un mese ho portato ai tavoli in tutto 16 bottiglie di vino, birra “piccola”, tanta acqua, se va bene minerale. E siamo in agosto…>.

Va beh, direte voi, i soliti piagnistei. Ne parlo con una persona abituata a fare analisi che mi dice: <Il nostro è un turismo povero. Oh intendiamoci, siano benedetti i giovani, i bikers e quelli del surf, se non ci fossero nemmeno loro…  ma non bastano. Ci vorrebbe anche il turista benestante,  lasciamo stare quello ricco o snob, diciamo “benestante”>.  Poi  dice: ancora <Il turismo povero tiene lontano quello ricco. Il turismo povero diventa, come si sul dire, “strutturale”. E il buon turista se ne va altrove a stare tra i suoi “simili” e dove c’è, bella scoperta!, un modello di turismo agiato ed appagato>.

L’analista improvvisato cerca cause <Per qualche decennio, dal Sessanta, eravamo competitivi: alberghi, attrazioni, e in giro  in fondo non c’erano proposte più allettanti. Poi ci siamo fermati, e da anni non c’è un progetto, un’idea di città che sviluppa nuove frontiere nel settore. Altrove è successo. Ed ecco allora il piatto di pasta con le due forchette>.

Ho visto che nei giorni scorsi l’assessore provinciale Mellarini ha incontrato a Riva il fiore degli operatori e dei politici, ed ha parlato di alberghi a quattro o cinque stelle, di infrastrutture, locali, nuove strade, eventi sportivi, di Bayern vari ed eventuali,  concerti, e il campo da golf è diventato oramai una necessità.

E’, chiedo,  la presa d’atto che le cose così non possono andare, è la proposta di un nuovo patto, di una nuova stagione, di un nuovo modello?  

Intanto gli alberghi a quattro stelle, per riempire le stanze, fanno prezzi da venti euro a notte facendo incazzare  gli albergatori che di stelle ne hanno due e che di euro ne chiedono, magari ventuno, ma vuoi mettere?... <io, turista in fondo non benestante, vado in un quattro stelle a venti euro…>

Qualcuno, sussurra, quasi fosse una bestemmia:<turismo povero? Siamo al turismo straccione>. Non chiamatemi disfattista,.. registro, o almeno cerco di farlo. C’è posto e ben vengano le analisi positive.  Ma la politica dello struzzo, non paga. Poi se le mie considerazioni sono sbagliate, cenere sul capo, e tanto meglio per tutti.   

      

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