Ciao Lodo Alfano, bizzarria costituzionale che adesso non vuole più nessuno
Ma guarda, il Lodo Alfano adesso non lo vuole più nessuno. Napolitano si è quasi indignato: "Ma che mi tirate dentro a fare, in 'sta cosa?" Gianfranco Fini, dopo essersi preso anche qualche bella palata di guano dai suoi sostenitori, ha fatto retromarcia e solenne promette: "Bisognerà tener conto di quello che dice Napolitano!" Però fino al giorno prima i finiani erano già sulle barricate accanto al Pdl a difendere lo "scudo". Maurizio Gasparri ha chinato il capo davanti al presidente della Repubblica e ha promesso: "Lo cambieremo". A guardarle da fuori queste cose c'è già abbastanza da farsi una risata.
Ma il più ilare di tutti è stato Silvio Berlusconi che si fa intervistare dalla Faz, la Frankfurter Allgemeine Zeitung, e dice che lo scudo costituzionale, che blocca tutti i processi contro presidente della Repubblica e premier, non l'ha voluto lui. Ma guarda, i parlamentari berlusconiani agiscono contro il suo volere. Non l'avevamo mai capito. E al Corriere ha aggiunto: "Non voglio che si dica che faccio leggi ad personam".
Così ora davvero c'è da chiedersi: ma chi vuole il Lodo "angelino" Alfano? Nessuno? Se è così, si ritiri davvero questo ennesimo disegno di legge contro la magistratura e a favore del premier e non se ne parli più e il Cavaliere si faccia processare invece di continuare a dire che la magistratura è di sinistra, come se essere di sinistra significasse automaticamente essere contra legem. E se davvero i giudici fossero di sinistra, non si capisce mai perché Magistratura democratica alle elezioni interne non è maggioranza e nel Csm la maggioranza dei voti dei magistrati va al centrodestra...
Invece Berlusconi da una parte dice che non lo vuole, dall'altra si lamenta: lo scudo c'è in tanti Paesi. Peccato che non citi mai in quale. Forse in Corea del Nord o in Russia.
Gira e rigira lo scudo ancora una volta il povero Alfano resterà con i suoi foglietti in mano a fare la sua bella figura. Ma perché non lo vuole nessuno? Probabilmente perché Berlusconi non conosceva bene i meccanismi parlamentari - che fastidio 'sto Parlamento - per cui una modifica costituzionale può essere messa al vaglio del referendum popolare se in Aula non riceve i due terzi dei voti di deputati e senatori. Senza Fini non ha la maggioranza semplice, figurarsi quella qualificata. E i sondaggi di questi giorni sono chiarissimi: una maggioranza schiacciante di cittadini è contro il Lodo Alfano, cosicché se si fosse andati al referendum, Berlusconi rischiava due volte: di vedersi cancellata la legge dai cittadini e di lasciare in mano all'opposizione una vittoria sonante. Allora adesso gioca la carta del paternalismo.
Ricordiamoci, comunque, il primo comma dell'articolo 3 della Costituzione per intero: "Tutti i cittadini hanni pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali". Così il sogno di leggere una nuova Costituzione con scritto "tutti i cittadini - meno uno - sono uguali davanti alla legge" salterà.
Sarà mal applicato, quell'articolo 3, ma è uno dei cardini del nostro vivere civile e riguarda anche chi ha allergia ai tribunali.