Meno tre. Le colombe volano, ma rischiano
Tre giorni. Ormai la conta è frenetica nel Palazzo. La temperatura sale, molti vengono corteggiati, qualcuno minacciato, qualcun altro comperato con qualche promessa.
1) Il Fatto quotidiano ha tenuto l'aggiornamento voto per voto ed oggi è arrivato a un pareggio alla Camera: 313 contro 313. Meno Fini che per prassi non vota, due astenuti (quelli della Svp) e un incerto, che a questo punto si venderà mettendosi sulla bilancia con tutto il suo peso. Se l'incerto si assentasse e finisse così, in pareggio, la mozione di sfiducia sarà bocciata.
2) Alle 7 di mattina è stato reso noto l'audio messaggio di Silvio Berlusconi dato ai gazebo del Pdl. I toni sono gli stessi di sempre: contro la sinistra, contro i traditori. "Sinistra e traditori vogliono farmi fuori", e un capolavoro di involontaria comicità: "Miserrimo chi non rispetta la volontà degli elettori", proprio dopo poche ore che ha acquisito i voti di Catone, ex finiano e di Razzi, ex dipietrista.
3) A mezzogiorno la novità della giornata: sedici deputati, dieci del Pdl e sei di Futuro e libertà, firmano una lettera appello con cui chiedono di aprire un tavolo e chiedono a Fini di non votare la sfiducia. Berlusconi apprezza. Fini no e manda a dire che va avanti e parlerà domenica da Lucia Annunziata. Se l'iniziativa dei sei finiani è genuina, è comunque ingenua. Comunque in ritardo e comunque fanno la figura degli idioti: non potevano dire a Fini già giorni fa che la sfiducia avrebbe fatto esplodere una bomba politica? Forse credevano di firmare un buffetto quando hanno siglato il documento di sfiducia al governo. E ora rischiano, perché dopo il voto, gli potrebbero sparare addosso sia i berlusconiani, sia i finiani.
4) Il Pd riempie la piazza dando dimostrazione di esserci ancora. Bersani fa vibrare le corde dell'emozione dei suoi militanti urlando "vergogna" a proposito della compravendita dei parlamentari, ma non basterà per vincere. Certo dimostra che, comunque la si giri, l'opposizione senza la forza e i numeri del Pd va poco lontano. Si chiami Casini o si chiami Di Pietro.
5) Segnali di avvicinamento della Svp. Il direttore Toni Ebner ha siglato un fondo sul Dolomiten con cui attacca Eva Klotz. Scrive Ebner: colpa della pasionaria sudtirolese avere causato la radicalizzazione del dibattito politico, agendo "contro l'autonomia, la Svp, lo stato italiano e la sua bandiera". Per chi legge attraverso le parole, è la prima volta che il giornale filo Svp scrive queste cose a difesa del tricolore. Insomma, è il segnale che la Svp con Berlusconi ha trattato e ha ottenuto.