Incubi trentini
Tra sogno e realtà, tra incubo e verità. Un assessore che si schiera, un prelato che prende posizione non schierandosi. A Trento accade anche questo
Ahi ahi, la settimana scorsa, una sera, devo proprio aver mangiato pesante. Non ricordo cosa, ma un bel mattone senza dubbio. Sicuramente, perché ho fatto degli incubi terribili. E tutti nel giro di una notte. Una fase rem davvero devastante.
Pensate, ho sognato di vivere in una città dove l'assessore allo sport dice che c'è un problema. Grosso: i cittadini fanno troppo sport. D'accordo gli dicevano, le palestre ci sono e non se ne possono fare in ogni via, ma almeno non diamo la colpa a chi si muove. No, lui insisteva: «La richiesta di spazi per fare sport non è totalmente soddisfatta. Non perché ci sia carenza di palestre o impianti, ma solo perché c'è talmente tanta domanda che non si riuscirà mai ad evadere». Ma la città che ho sognato era davvero particolare. E il lavoro cui stavo sottoponendo il mio apparato digerente dev'essere stato davvero terribile.
Perché nel mio sonno, dopo un assessore allo sport che si duole della sportività dei suoi cittadini, mi sono trovato catapultato altrove, davanti a un uomo in tonaca. Credo potesse essere un alto prelato di questa stramba località nata dalla mia sonnolenza. Bizzarrie anche qua. Diceva che non poteva esprimersi pro o contro un inceneritore perché «riconosciamo di non essere competenti, sia tecnicamente che politicamentee», ma invece si esprimeva senza remore sull'omosessualità: «È risaputo che c'è chi nasce omosessuale, ma credo che esista anche chi cerca questa pratica: a riguardo ho letto il caso di un uomo che ha voluto provare un profumo da donna, e al termine di un percorso durato dodici mesi è diventato omosessuale».
Un luogo davvero bizzarro. Mi sono svegliato in un bagno di sudore. Fortunatamente, mi sono detto, era solo un brutto sogno. E sono andato a bermi un caffé in piazza Duomo. Sollevato.