Le dieci cose per cui a Bolzanovaleva la pena esserci
Le dieci cose viste a Bolzano nella Dolomiti Champions League di pallavolo per cui valeva la pena essere al Palaonda:
1) la curva Gislimberti, emozioni in gialloblù;
2) Silvano Grisenti sorridente e paziente in coda all'entrata in mezzo alle ragazze del Trentino Volley Rosa;
3) il lungo applauso all'alzatore statunitense del Kazan, Lloy Ball, 39 anni, fisico integro e classe da vendere;
4) i figli di Stoytchev che gli tirano coriandoli mentre papà è intervistato dai giornalisti;
5) Raphael che porta in trionfo la coppa assieme ai raccattapalle;
6) la Trentino Bet Clic che, nonostante gli ordini di Frau Iris Mosna, rompe il protocollo e sale sul podio prima del tempo;
7) Dellai che estrae dalla giacca la bandiera della Provincia di Trento e la porge a patron Mosna per la foto sul podio;
8) sempre sul podio, l'omaggio della squadra ad Alberto Ciurletti, l'uomo che convinse Mosna a "scendere in campo";
9) il recupero in fondo al campo di Juantorena che sbatte contro le transenne e la successiva schiacciata punto di Kaziyski;
10) Juantorena che chiede il cambio per crampi sul 24-20 del quarto set, e Stoytchev brusco che dice no, ché l'mvp non può uscire a un passo dal trionfo.
Scrivete anche voi le dieci cose per cui valeva la pena esserci a Bolzano, per la terza Champions League vinta consecutivamente.