I giornali si leggono, i siti si guardano

I giornali si leggono, i siti si guardano. Una differenza non solo lessicale. Ma le cose stanno cambiando. Saremo disposti a pagare non solo ciò che leggiamo ma anche ciò che guardiamo? O più semplicemente ci abitueremo a leggere anche sul web?

di Matteo Lunelli

Pensate al linguaggio di tutti i giorni. «Hai letto sul giornale l’articolo su Piazza Affari?». Oppure: «Sei disinformato, vai a leggerti il giornale!». O, ancora: «Sul giornale scrivono della nostra squadra: vai a leggerti il pezzo». Se si parla della versione online dello stesso quotidiano il verbo cambia. «Hai visto sul sito di quel quotidiano la notizia d’apertura?»; «Guardati il sito di quel giornale e capirai cosa è accaduto a Piazza Affari». Ciò che emerge è che i giornali si leggono, mentre i siti si guardano. E non stiamo parlando di un video o di una photogallery, ovviamente, ma di un qualsiasi articolo, magari lo stesso che si trova sia su un giornale in edicola sia sul sito dello stesso quotidiano.

E la differenza nell’uso del verbo, cosa implica in concreto? Direi che è necessario dividere il discorso su due piani, ovvero cosa implica per chi scrive e cosa implica per chi legge (o guarda). Sapendo che i lettori guardano e non leggono un sito (per coerenza, poiché guardano, i lettori del web dovrebbero essere chiamati guardoni?) deve necessariamente cambiare il modo di scrivere. Un testo per il web va scritto per essere guardato e non letto: quindi? Quindi è necessario l’uso delle immagini e di «trucchi» grafici, come il grassetto o il corsivo, gli spazi e i capoversi. L’articolo deve essere breve, e il 90% della sua forza è dato dal titolo e dall’abstract, il riassuntino, una sorta di sommario. E poi deve essere ipertestuale, ovvero con link che rimandino ad altre pagine di approfondimento. Last but not least la possibilità di commentare e condividere: ciò che si guarda, a differenza di ciò che si legge, va detto agli altri.

Per quanto riguarda chi legge - o guarda - mi soffermerei su un concetto: ciò che viene letto si è disposti a pagarlo, ciò che viene guardato no. Ma questa cosa, presumo, cambierà. Non tanto perché le persone si adegueranno a pagare le notizie online (pagare per una cosa che non puoi toccare è difficile), quanto perché la gente, piano piano, si abituerà a non guardare più i siti, ma a leggerli. Con occhi diversi, naturalmente, ma sempre più ci si concentrerà sui contenuti. Una dimostrazione pratica di questa idea sono i refusi: se una pagina la si guarda è molto difficile trovarvi eventuali errori. Al contrario, se la si legge, un apostrofo mancante o una sillaba al posto sbagliato saltano subito agli occhi. E la qualità del web, con un calo costante di errori e refusi, dimostra che i guardoni/lettori sono sempre più esigenti e attenti.

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